Agli arresti domiciliari due tifosi della Lazio. Il Gip: “Un’azione particolarmente brutale”

Daspo Willy agli ultras che aggredirono i giornalisti

Roma, assembramenti a Ponte Milvio

ROMA – Dopo le perquisizione e gli arresti domiciliari di ieri da parte della Digos, gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma hanno notificato oggi i “daspo Willy” ai due ultras della Lazio che, il 20 dicembre scorso, aggredirono una giornalista e un operatore della Rai a ponte Milvio per realizzare alcuni servizi connessi all’emergenza pandemica.

Carmine Esposito

Nei confronti degli arrestati, il questore Carmine Esposito ha applicato per la prima volta nella provincia di Roma, la nuova norma varata dopo l’uccisione a Colleferro del 21enne Willy Monteiro Duarte, con la quale gli viene vietato per due anni di frequentare locali pubblici quali pub, bar e ristoranti della zona della movida di Ponte Milvio, storico luogo di ritrovo dei tifosi Laziali.
Il provvedimento adottato mira a tener lontano da bar e locali pubblici persone socialmente pericolose che hanno preso parte a disordini all’interno o nelle immediate vicinanze di locali, oppure che hanno commesso nei medesimi luoghi reati contro la persona o il patrimonio.
Nel caso di violazione del provvedimento adottato nei loro confronti, i due giovani rischierebbero da 6 mesi a 2 anni di carcere e una multa che va da 8.000 a 20.000 euro. (adnkronos)

Aggredirono i giornalisti solo perché non gradivano essere ripresi

Qualche giorno prima di Natale una troupe della trasmissione Rai “Storie italiane” fu accerchiata e aggredita da un gruppo di persone mentre effettuava riprese per documentare assembramenti a Ponte Milvio, luogo di ritrovo della movida di Roma Nord.
Fin dai primi istanti le indagini si sono concentrate sugli ambienti delle tifoserie. E ora, a poche settimane di distanza, due dei presunti autori delle violenze hanno un volto. Si tratta di due ultras della Lazio, arrestati ieri da polizia e carabinieri per l’episodio avvenuto il 20 dicembre scorso.
I carabinieri della compagnia Trionfale e i poliziotti della Digos, con l’ausilio del personale del Commissariato Prati, hanno eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari. A finire in manette Franco Costantino, 49enne detto Franchino, storico capo degli Irriducibili e ora confluito negli Ultras Lazio e Andrea Ruggero Isca di 49 anni.
Per gli investigatori i due tifosi biancocelesti parteciparono all’aggressione. A far scattare le violenze, secondo gli investigatori, le riprese e le interviste sulle misure anti-Covid, poco gradite dal gruppetto. Per le percosse, al cameraman sono stati diagnosticati 15 giorni di prognosi.

Il Tribunale di Roma, in piazzale Clodio

Una aggressione di «particolare brutalità» messa in atto «ai danni dei giornalisti solo perché non gradivano di essere ripresi» ha scritto il gip di Roma, Mara Mattioli, nell’ordinanza con cui ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti dei due tifosi laziali. Per il giudice siamo in presenza «di personalità particolarmente inclini al delitto avvezzi ad imporsi con prepotenza sulle persone, per cui può escludersi qualsiasi profilo di episodicità».
Nei confronti di Franco Costantino e Andrea Ruggero Isca, legati agli ambienti ultras della Lazio, l’accusa è di lesioni aggravate, violenza privata e interruzione di servizio pubblico. «Quanto agli elementi desumibili della personalità – scrive il gip – deve osservarsi che gli indagati hanno continuato a porre in essere condotte violente nonostante le pregresse esperienze giudiziarie per fatti analoghi, mostrando così una elevata pericolosità desumibile dalla particolare violenza usata nei confronti delle vittime. La persistenza nel proposito criminoso dimostrata dagli indagati, il grave stato di soggezione e di timore provocato in tal modo sulle vittime, appaiono sintomatici di personalità prepotenti, aggressive, incapaci di controllare gli impulsi e soprattutto privi di qualsiasi remora» ha concluso il giudice. (ansa)

Chiara Acampora

I commenti sono chiusi.