ROMA – La liquidazione di un giornale non è la stessa cosa di un qualsiasi atto liberatorio per allontanare un possibile problema di là da venire. L’annuncio ufficiale di liquidazione del quotidiano dei democratici, Europa, fatta ieri dal presidente della società editrice, Enzo Bianco, e dal suo vice, Arnaldo Sciarelli, del quotidiano suscita preoccupazione e merita considerazione, soprattutto sul piano delle offerte editoriali di questa area (già scossa dalla sospensione de L’Unità) e dell’occupazione.
Il contributo innovativo di questo giornale di idee e cultura politica alla vicenda del Partito Democratico è riconosciuto e rivendicato dalla stesso presidente Bianco, il quale parla però della liquidazione “volontaria” con i conti in ordine e con l’affermazione di una “speranza”: che la storia continui.
Allora, sarà bene avviare rapidamente – nella sede aziendale come in quella della propria matrice politica – un confronto serio con la redazione, i lavoratori e le parti sociali, per verificare come dare un senso e una prospettiva al lavoro di chi ci ha messo in questi anni le proprie capacità professionali, di intelligenza e di creatività, al fine di rilanciare comunque un progetto editoriale che tenga conto di tutti questi valori e dei diritti dei lavoratori.
Queste sfide si possono accettare con rinnovato spirito e con fiducia solo se si dà un’indicazione chiara che giornalismo, editoria, circolazione delle idee non vivono solo di un’esaltazione del mito dell’efficienza contabile e amministrativa. Questa condizione è di certo assolutamente rilevante, ma va messa sulla bilancia con lo stesso peso di tutti gli altri valori.
Lo sottolinea il segretario della Fnsi Siddi: “Ci vuole un confronto serio”