La sen. Modena al ministro Catalfo: “Risanare l’ente presidio della democrazia”

Inpgi: lo Stato “deve” 1 miliardo e 200 milioni

La sen. Fiammetta Modena (Forza Italia)

ROMA – Interrogazione parlamentare sull’Inpgi al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. L’ha presentata la sen. Fiammetta Modena (Forza Italia), prendendo spunto da un articolo pubblicato il 13 dicembre scorso da Pierluigi Franz, sindaco dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani, su Giornalisti Italia.

Pierluigi Roesler Franz

«L’ente di via Nizza – ricorda la sen. Modena – si trova in lenta, graduale ed inesorabile agonia, anzi, é ormai sull’orlo del baratro per l’esponenziale svuotamento dalle redazioni di giornalisti di quotidiani, periodici e agenzie di stampa per effetto di prepensionamenti seguiti a catena soprattutto dal 2009 in poi con conseguente drastica riduzione dei lavoratori subordinati assunti a tempo indeterminato che da tempo sono stati via via sostituiti da giornalisti lavoratori autonomi con versamento di contributi all’Inpgi 2. Ente questo che registra, invece, un vero boom di iscritti e naviga a gonfie vele e con le casse piene: per il 2020 si prevede un utile di circa 35 milioni di euro».
La parlamentare evidenzia che «l’Inpgi 1, nato nel 1926 e privatizzato come Fondazione dal 1994, é un ente previdenziale incaricato di pubbliche funzioni in base all’art. 38 della Costituzione ed é oggi l’unico ente sostitutivo dell’Inps in Italia in base alla legge Rubinacci n. 1564 del 1951 tuttora in vigore da 69 anni» e, «proprio per questo, si é addossato l’onere degli ammortizzatori sociali della categoria per ben mezzo miliardo di euro (disoccupazione, cassintegrazione, contratti di solidarietà, tfr in caso di fallimento, prepensionamenti a catena da aziende in crisi, mancati recuperi da aziende fallite, contributi figurativi da corrispondere anche in base all’art. 31 dello Statuto dei lavoratori sulle pensioni dei numerosi giornalisti eletti deputati, senatori, parlamentari europei, sindaci di grandi città, consiglieri e governatori di Regioni e crediti irrecuperabili da aziende fallite, ecc.), ma senza alcun ristoro da parte dell’Erario».
«Di conseguenza l’Inpgi 1 – spiega Fiammetta Modena – ha dovuto intaccare il suo patrimonio addirittura per 1 miliardo e 200 milioni di euro (circa 2 mila 300 miliardi di vecchie lire), essendo stato costretto a disinvestire titoli, fondi ed immobili. E la sua riserva tecnica reale ed effettiva (rapporto tra le pensioni in corso di pagamento ed il suo patrimonio) é scesa a soli 2 anni contro i 5 anni previsti per legge».
«Per salvare l’Inpgi 1 dal commissariamento, garantendone la sua tenuta e sostenibilità, occorre – sottolinea la sen. Modena – riconoscere a questo benemerito ente il suo ruolo decisivo a presidio della democrazia e dell’informazione nel nostro Paese, ma é necessario ampliare al più presto la platea degli iscritti inserendovi tutti coloro che, a qualsiasi titolo, oggi svolgono attività giornalistica nel senso più ampio di questa parola come free lance o nelle redazioni di agenzie di stampa, quotidiani, periodici, come “comunicatori”, “bloggers”, informatici, uffici stampa pubblici e privati, finti co.co.co. , finte partite Iva, finte cessioni del diritto d’autore, autori testi».

Il ministro Nunzia Catalfo

«È indilazionabile – incalza la sen. Fiammetta Modena – anticipare al massimo l’ingresso nell’Inpgi 1 di circa 9 mila “comunicatori” privati e di altri 5 mila 500 “comunicatori” pubblici che oggi versano all’Inps. L’art. 16 quinquies della legge n. 58 del 28 giugno 2019 prevede, infatti, solo dal 1° gennaio 2023 l’ingresso nell’Inpgi 1 di questi circa 14 mila 500 “comunicatori” pubblici e privati che oggi versano all’Inps per i quali é stato già accantonato ora per allora fino al 2031 nel bilancio dello Stato complessivamente circa un miliardo e mezzo di euro dei loro futuri contributi previdenziali proprio per garantire la tenuta e la sostenibilità dell’ente dei giornalisti».
Al ministro Catalfo la sen. Fiammetta Modena chiede, pertanto, di sapere «quali interventi urgenti  intenda intraprendere per risanare il disastro finanziario dell’Ente». (giornalistitalia.it)

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