Lettera aperta alla Vigilanza Rai: “Il Dg parla di risparmi solo per l’informazione”

I giornalisti del Tg3 contro la riforma di Gubitosi

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Luigi Gubitosi

Luigi Gubitosi

ROMA – Dura presa di posizione dei giornalisti del Tg3 Rai contro la riforma dell’informazione annunciata dal dg Luigi Gubitosi. Ecco la lettera aperta indirizzata dalla redazione del Tg3 ai membri della Commissione di Vigilanza Rai, che stasera audiranno il direttore generale:
In Rai le cose devono cambiare, ma bisogna cambiare di più e meglio. Il progetto di riforma dell’informazione presentato dal Dg Gubitosi non cambia la Rai ma serve soltanto a ridurre il pluralismo, rischiando di cancellare le identità delle testate a cominciare dal Tg3. Il pluralismo è un patrimonio che appartiene al Paese e di cui oggi più che mai l’Italia ha bisogno.
I giornalisti del Tg3 fanno appello al senso di responsabilità dei membri della Commissione di Vigilanza: il Tg3 è convinto che una riforma sia necessaria, ma appare evidente che un progetto di riforma del sistema dell’informazione del servizio pubblico che non parta dalla definizione del prodotto che si intende fornire agli italiani, sia destinato inevitabilmente a fallire. Il Dg parla di risparmi solo per l’informazione, senza considerare le tantissime altre voci di bilancio dell’Azienda.
Il piano presentato da Gubitosi, più che avere un obiettivo economico sembra averne uno politico: gli accorpamenti delle varie testate, in assenza di una riforma della governance, consegnerebbero alla politica un potere quasi assoluto sull’informazione del servizio pubblico che rischierebbe di diventare l’organo di propaganda del governo di turno.
Il problema della libertà di stampa è quanto mai attuale nel nostro paese e i giornalisti del Tg3 non sono disposti a disperdere una tradizione di informazione che da sempre ha dato voce agli strati più deboli della popolazione, all’antimafia, alla parità di genere, al mondo del lavoro, ad una visione alternativa della politica estera.
Non capiamo il senso di un progetto che prevede da una parte l’accorpamento di Tg1, Tg2 e Rai Parlamento nella Newsroom 1 e dall’altra Tg3, Rainews24 e TgR nella Newsroom2. Si perderebbe l’identità dei vari telegiornali lasciando soltanto dei marchi come specchietti per le allodole senza una reale differenza nei contenuti.
Chiediamo un’audizione del nostro cdr in Commissione di Vigilanza e nel contempo invitiamo nella nostra redazione i membri della commissione che vorranno verificare di persona come lavorano i giornalisti del Tg3.

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