MILANO – Il Gruppo 24 Ore chiude i primi nove mesi del 2020 con un ebitda positivo per 10,5 milioni di euro, un ebit negativo per 2,1 milioni di euro e un risultato netto negativo per 3,4 milioni di euro.
Il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2020, approvato dal Consiglio di amministrazione, presieduto da Edoardo Garrone, evidenzia un patrimonio netto pari a 33 milioni di euro, in decremento di 3,6 milioni di euro rispetto al patrimonio netto del bilancio consolidato al 31 dicembre 2019, che ammontava a 36,6 milioni di euro. I ricavi consolidati sono pari a 132,5 milioni di euro che si confrontano con un valore pari a 143,2 milioni di euro del pari periodo 2019 (-10,7 milioni di euro, pari al -7,5%).
Lo scostamento negativo dei ricavi risente in maniera significativa degli effetti legati all’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus Covid-19 e alle conseguenti misure restrittive imposte dalle autorità governative, che hanno aggravato la debolezza connessa al calo strutturale del mercato di riferimento, anche se gli ultimi mesi hanno registrato una maggiore tenuta dei ricavi del Gruppo.
I risultati dei primi nove mesi del 2020 chiudono, comunque, in miglioramento rispetto al 2019 al netto di oneri e proventi non ricorrenti, grazie ad interventi di contenimento dei costi operativi e al miglior andamento dei ricavi nel terzo trimestre. I principali dati consolidati del Gruppo 24 Ore al netto di oneri e proventi non ricorrenti: evidenziano un Ebitda positivo per 8,9 milioni di euro (positivo per 6,9 milioni al 30 settembre 2019), un Ebit negativo per 3,8 milioni di euro (negativo per 5,6 milioni al 30 settembre 2019), un risultato netto negativo per 5 milioni di euro (negativo per 6,5 milioni al 30 settembre 2019)
e una posizione finanziaria netta negativa per 46,7 milioni di euro, in peggioramento di 20,4 milioni di euro rispetto al valore negativo di 26,3 milioni di euro al 31 dicembre 2019 principalmente per il flusso di cassa della gestione operativa, che include il pagamento degli oneri non ricorrenti relativi alle uscite incentivate liquidate nel periodo, e il flusso dell’attività di investimento.
Gli effetti sul settore editoriale hanno riguardato in particolare la pubblicità su tutti i mezzi, gli eventi fisici e le attività culturali. Di conseguenza, gli editori hanno celermente rivisto i piani editoriali per il 2020, valutando laddove possibile di riprogrammare le iniziative. Anche il mezzo radiofonico ha risentito in maniera significativa dell’emergenza sanitaria.
I dati ADS dei principali quotidiani nazionali indicano per il periodo gennaio – settembre 2020 un calo della diffusione totale delle copie cartacee sommate a quelle digitali dell’8,1% rispetto ad analogo periodo del 2019. Tale andamento è riconducibile al calo delle diffusioni della versione cartacea del -13,4% compensato in parte dall’incremento della diffusione digitale del +12,3% (Fonte: elaborazione dati ADS gennaio – settembre 2020).
Gli ultimi dati di ascolto disponibili relativi al mezzo radiofonico fanno riferimento all’anno 2019 e registrano un totale di 34.849.000 ascoltatori nel giorno medio, stabili rispetto al 2018 (+0,4%; Fonte: RadioTER 2018-2019).
Il mercato di riferimento della raccolta pubblicitaria del Gruppo chiude i primi nove mesi dell’anno con una flessione del 22,7% (netto pubblicità locale dei quotidiani), certamente determinata dall’avanzare dell’emergenza sanitaria: i quotidiani chiudono a -15,8% (netto locale), i periodici a -40,3%, la radio a -30,1% e internet a -7,1% (Fonte: Nielsen – gennaio – settembre 2020). L’emergenza sanitaria ha portato a un sensibile rallentamento nei piani di comunicazione da parte delle aziende, che hanno dovuto adeguare le loro strategie in funzione delle nuove esigenze e aspettative dei consumatori.
Per il 2020 era prevista nell’editoria professionale una stabilizzazione del fatturato complessivo del settore influenzato dalla limitata capacità di spesa dei professionisti e dalle azioni di spending review intraprese dalla Pubblica Amministrazione. Per i vari segmenti, si attendeva una dinamica più favorevole per l’editoria fiscale rispetto a quella giuridica, e per quella digitale rispetto a quella cartacea, con un ridimensionamento delle vendite di libri e soprattutto di riviste periodiche per l’evoluzione delle modalità di fruizione verso i contenuti digitali. Era prevista invece una crescita moderata dei software gestionali, con la maggiore integrazione di contenuti editoriali digitali all’interno delle soluzioni software.
Anche in questo settore, le stime previsionali per il 2020 devono ora tener conto degli impatti dell’emergenza “Covid-19” che ha avuto ripercussioni sull’attività di professionisti e aziende e, di conseguenza, anche sul mercato dell’editoria professionale. Le aspettative del mercato dell’editoria professionale indicavano, per il 2020 previsioni di una stasi del fatturato complessivo, influenzato da megatrend strutturali (rivoluzione digitale, riduzione barriere all’entrata con ingresso di nuovi competitors gratuiti o a basso costo), dalla riduzione della capacità di spesa dei professionisti e dalle azioni di spending review intraprese dalla Pubblica Amministrazione.
Nel dettaglio: i ricavi pubblicitari sono in calo di 5 milioni di euro (-9,2% da 54 a 49 milioni di euro), mentre i ricavi editoriali sono stabili (76,7 milioni di euro) principalmente per lo sviluppo dei ricavi derivanti da abbonamenti digitali e vendite di collaterali, che compensano la contrazione dei ricavi da abbonamenti cartacei al quotidiano, libri e periodici. Gli altri ricavi registrano una flessione di 5,7 milioni di euro (-45,5% da 12,5 a 6,8 milioni di euro). In particolare, i ricavi dell’area Cultura evidenziano una flessione dell’82,8%, poiché sono state chiuse completamente le attività del Mudec – Museo delle Culture di Milano fino al 28 maggio. Successivamente a partire dal 29 maggio il Comune di Milano ha riaperto l’accesso alla Collezione Permanente con capienza contingentata per tre giorni alla settimana. Dall’8 settembre la Collezione Permanente ha riaperto 6 giorni su 7 e fino alla fine del mese di settembre sono rimaste sospese le attività di retail, le mostre a cura di 24 Ore Cultura, la didattica ed il ticketing.
L’emergenza Covid-19, registrata in tutta Italia a partire dalla fine di febbraio 2020 ha avuto un riflesso sia sulle copie diffuse e dichiarate dall’Editore ad ADS, sia sulle copie vendute.
In particolare relativamente alle vendite de Il Sole 24 Ore in versione cartacea, si registrano impatti positivi su canale edicola con un incremento rispetto al periodo ante Covid-19; di contro impatti negativi si stanno verificando sulle vendite continuative del prodotto destinatea settori di business che hanno risentito degli effetti del lockdown e delle misure restrittive ancora in corso (come per esempio per treni e aerei) e sulle vendite in blocco cedute in occasione di eventi nonché sulla sospensione temporanea di abbonamenti cartacei destinati a imprese, banche, studi professionali. Per quanto riguarda il quotidiano in versione digitale, invece, sono aumentati in numero significativo i nuovi abbonamenti portando ad una crescita delle copie diffuse rispetto al periodo ante Covid-19.
Nei primi nove mesi del 2020 il portale www.ilsole24ore.com registra una media giornaliera di 1,9 milioni di browser unici con una crescita del 94% rispetto alla media del 2019 (Fonte: Webtrekk). Il risultato è legato alla copertura real time dei temi legati all’emergenza Covid- 19, particolarmente sentito sul mese di marzo (3,77 milioni di browser unici media giornaliera, +281% rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente) e aprile (3,15 milioni di browser unici media giornaliera, +252% rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente), per poi ridimensionarsi nei mesi successivi mantenendo comunque un delta positivo nel confronto con l’anno precedente anche sul mese di settembre (1,31 milioni di browser unici media giornaliera, +20,4% rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente). Record giornalieri dei nove mesi registrati il 12 marzo 2020 per browser unici (5,5 milioni) e il 22 marzo 2020 per pagine viste (17,4 milioni) e indicatori in crescita sia per video (stream views media mese +74,8% verso i primi nove mesi 2019) sia sui canali social.
Le principali dinamiche che hanno caratterizzato i ricavi consolidati sono:
− i ricavi diffusionali del quotidiano (carta + digitale) ammontano a 37,3 milioni di euro, in aumento di 0,1 milioni di euro (+0,3%) rispetto al 30 settembre 2019. I ricavi diffusionali del quotidiano cartaceo ammontano a 22,9 milioni di euro, in calo di 0,9 milioni di euro (-3,7%) rispetto al pari periodo del 2019. Tale andamento è più che compensato dai ricavi diffusionali del quotidiano digitale, pari a 14,4 milioni di euro, in incremento di 1 milione di euro (+7,4%) rispetto al pari periodo del 2019.
− i ricavi pubblicitari del Gruppo, pari a 49,0 milioni di euro, sono in diminuzione di 5,0 milioni di euro (-9,2%) rispetto ai primi nove mesi del 2019, registrando un risultato migliore rispetto all’andamento di mercato in calo del 22,7%. A partire da marzo il diffondersi del virus Covid-19 ha inevitabilmente influito sull’andamento del mercato pubblicitario e, di riflesso, sulla raccolta System.
Inoltre, la propagazione della pandemia Covid-19 ha portato alla sospensione degli eventi «fisici» della controllata Il Sole 24 Ore Eventi srl in ottemperanza alle disposizioni di legge. Al fine di mitigare gli impatti economici, l’attenzione del management si è prontamente concentrata sulla riconversione delle iniziative in chiave digital attraverso il rinnovamento dell’offerta e il lancio di nuovi format di eventi.
− i ricavi di editoria elettronica dell’area Tax & Legal, pari a 26,7 milioni di euro, registrano un aumento del 2,3% rispetto al pari periodo del 2019 in virtù del rinnovamento del portafoglio prodotti avviato nel corso del 2019 e nonostante gli impatti della crisi legati all’emergenza sanitaria Covid-19 che ha determinato anche la chiusura di studi professionali, librerie e punti vendita.
− i ricavi dell’Area Cultura, pari a 1,7 milioni di euro, sono in diminuzione di 8,0 milioni di euro (-82,8%), rispetto al pari periodo del precedente esercizio, fortemente penalizzati dall’emergenza Covid19 che ha portato alla chiusura di tutti i musei e sedi espositive durante il periodo di lockdown.
La diffusione (carta + digitale) del quotidiano Il Sole 24 Ore da gennaio a settembre 2020 è complessivamente pari a 145.227 copie medie giorno (-3,9% rispetto all’omologo periodo dell’anno 2019). In particolare, la diffusione media giorno cartacea dichiarata ad ADS per il periodo gennaio – settembre 2020 è pari a 61.411 copie (-13,0% rispetto all’anno 2019). La diffusione digitale dichiarata ad ADS è pari a 83.816 copie medie giorno (+4,2% rispetto all’anno 2019). Da segnalare l’andamento delle vendite edicola che nei mesi da gennaio a settembre 2020 registrano un calo del 2,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con un mercato in contrazione nello stesso canale del 10,5% (Fonte: ADS, Vendita canali prev. disp. di legge).
Come riportato nel Resoconto intermedio di gestione del 30 settembre 2018, il Gruppo ha richiesto a una Società terza indipendente di esprimere un giudizio sull’effettiva applicazione delle appropriate procedure adottate per il calcolo del Total Paid For Circulation (“TPFC”, ossia numero totale delle vendite a pagamento giornaliere de Il Sole 24 Ore in tutti i mercati attraverso i canali cartacei e digitali) al 30 settembre 2020; a conclusione delle proprie verifiche, la Società terza indipendente ha emesso un Report di assurance (Isae 3000 – Limited assurance) senza rilievi in data 4 novembre 2020.
Sulla base di tali procedure, il Total Paid For Circulation medio del periodo gennaio – settembre 2020 è stato determinato in 179.593 copie (-1,8% rispetto al medesimo periodo del 2019), comprensive di tutte le copie digitali multiple vendute, ma non dichiarabili come diffuse ai fini ADS e pertanto non inserite nella relativa dichiarazione.
Il costo del personale, pari a 57 milioni di euro, è in diminuzione di 3,6 milioni di euro (-6,0%) rispetto allo stesso periodo del precedente esercizio, quando era pari a 60,6 milioni di euro. L’organico medio dei dipendenti, pari a 867 unità, registra un decremento di 41 unità verso il pari periodo del precedente esercizio quando era pari a 908 unità. Il minor costo è principalmente effetto della riduzione degli organici medi rispetto al 30 settembre 2019 a seguito del prepensionamento del personale grafico e poligrafico, in conformità con quanto previsto dalla Legge di Bilancio n. 160/2019, e agli esuberi derivanti dalla riorganizzazione.
Inoltre, il Gruppo, per contenere gli effetti economici derivanti dall’emergenza sanitaria Covid-19, sta facendo ricorso alle misure di sostegno al lavoro messe a disposizione dall’ordinamento. In particolare, per l’area grafica e poligrafica dall’11 maggio è attivo il trattamento ordinario di integrazione salariale per il periodo massimo consentito dalla normativa; per le aree giornalistiche sono stati sottoscritti accordi per l’utilizzo della Cassa Integrazione in Deroga a decorrere dal 1° luglio per il periodo massimo consentito dalla normativa e, a seguire, di contratti di solidarietà a copertura dell’intero anno.
I costi per servizi, pari a 57,8 milioni di euro, sono in diminuzione di 7,6 milioni di euro (-11,7%) rispetto ai primi nove mesi del 2019, grazie ad interventi di contenimento dei costi operativi e a diverse dinamiche di business, che si sono complessivamente manifestate in: minori costi per convegni e mostre (-2,1 milioni di euro), le minori spese promozionali e commerciali (-1,5 milioni di euro), minori costi per servizi amministrativi (-1,2 milioni di euro), minori costi per altre consulenze (-1,2 milioni di euro), minori costi distribuzione (-0,5 milioni di euro) e minori costi stampa (-0,3 milioni di euro). (giornalistitalia.it)
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