VENEZIA – Dopo aver lasciato la Rai, dopo aver girovagato per il mondo e averlo raccontato da cima a fondo, dopo aver seguito i fatti più eclatanti degli ultimi 15 anni come volto-immagine del Tg2, dopo le mille dirette de “La Vita in Diretta” (ma prima ancora de “La cronaca in diretta”) il giornalista Maurizio Crovato ha scelto di dedicare quasi un anno di ricerche e di lavoro a quella che è stata la vera grande passione della sua vita, la Regata Storica di Venezia, e di cui è stato per tanti anni, oltre che commentatore ufficiale delle dirette Rai da Canal Grande, anche grande protagonista attivo di quella che è la regata più antica del mondo.
E, da autentico veneziano, alla fine Maurizio Crovato, facendosi aiutare da suo fratello Giorgio, famoso storico del Novecento, ha partorito l’ultimo suo libro “Venezia è una regata”, che ha come sottotitolo “Guida delle Feste alla voga in laguna e oltre”.
Sono 150 pagine patinate e avvolgenti – sottolinea più volte il Vice Direttore del Gazzettino di Venezia, Vittorio Pierobon, ospite d’onore alla manifestazione di presentazione del volume – e in cui si raccontano e si elencano oltre cento regate che si svolgono non solo nella laguna di Venezia, ma in tutto il nord est, Istria compresa.
“Molti non sanno infatti – spiega Maurizio Crovato – che a Rovigno per esempio (Croazia, costa occidentale dell’Istria) si svolge ancora la regata di San Eufemia ultima eredità della Decima Regio Romana Venetia et Histria. Regata di voga in piedi, così come a Comacchio (Ferrara), nei laghi alpini e a Grado (Gorizia). Un mondo antico che ancora sopravvive questo della voga in piedi, meglio conosciuta come voga alla veneta”.
Ma la Storia della Regata – ha ricordato ancora il Vice Direttore del Gazettino – è anche la storia gloriosa del nostro giornale che sin dalla sua nascita non fa che seguire la Regata come lo si può fare con l’avvenimento principe della vita della laguna.
Lo scrittore Tiziano Scarpa nella sua prefazione a questo libro parla di “gesto fossile”, mentre i fratelli Crovato, insistono sulle tradizioni veneziane della regata, dalla celeberrima gondola a barche da lavoro, meno celebri ma non meno utili, come “rituale di identità”.
Il libro è stato ufficialmente presentato nella splendida cornice storica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, università che oggi raccoglie una popolazione di oltre 40 mila studenti, e a raccontare agli studenti veneziani il ruolo di alto profilo del giornalista Maurizio Crovato è stato proprio il Rettore della Ca’ Foscari, Carlo Carraro, che si è detto onorato a nome della cultura accademica veneziana di “ospitare i paladini della cultura popolare, ovvero i regatanti, che a Venezia sono più famosi dei fantini a Siena”.
Venezia ormai è un centro storico che scoppia di turismo di massa, dove arrivano quasi 25 milioni di turisti all’anno. Una cifra enorme che trasforma la città dei dogi in un mostruoso bazar, ma dove a dispetto di tutto la Regata Storica rimane ancora esclusivo patrimonio storico della laguna in tutto il resto del mondo. Il libro dei fratelli Crovato è soprattutto, proprio per questo, un gesto di coraggio e un atto d’amore verso la città lagunare.
“I numerosi stranieri che vengono a vivere a Venezia – spiega l’ex inviato del TG2 – la prima cosa che fanno per sentirsi veneziani, è imparare a vogare e conoscere metro dopo metro la laguna. Una specie di passaporto obbligatorio”. Ma non a caso, infatti, “veneziani si diventa”, come diceva il poeta russo Josip Brodsky, “perché il destino della città lagunare è quello di rallegrare il cuore degli uomini con il culto del bello e della storia”.
Il volume elenca le regate più bizzarre dell’era moderna, come quelle svolte in costume da Befana (il 6 gennaio di ogni anno), iscrizione obbligatoria per i soli brutti, oppure la regata del colesterolo, destinata solamente a chi ha problemi di salute: e prima della gara l’imperativo assoluto è mangiare ossibuchi, fritti, trippe, insomma tutti cibi nemici della dieta e che alzano la glicemia. I proventi del libro andranno tutti ai ragazzi che “cominciano a vogare per la prima volta”.
Se il sogno di un ragazzino in tutto il resto del Paese è quello di possedere un giorno il motorino tutto suo, a Venezia invece il sogno segreto di ogni ragazzo è quello di poter avere un giorno un barchino tutto suo, e se è a remi è ancora meglio perché “poter far parte della Grande Regata Storica di Venezia per un veneziano – dice Maurizio Crovato – è il massimo desiderio possibile nella vita di ognuno di noi”.
Quasi commovente la conclusione del dibattito: alla domanda di uno degli studenti della Ca’ Foscari (“che cosa è stato questo lavoro di cronista per lei?”) Maurizio Crovato ha risposto: “Se tornassi indietro rifarei il giornalista così come l’ho fatto in tutti questi anni, e se un editore mi dicesse che per farlo serve pagare un dazio, voi sapete che noi veneziani conosciamo il dazio da una vita, pagherei qualunque tipo di dazio pur di farlo ancora. Il giornalismo non è un mestiere, è una folle passione, e come tale va vissuto. E per me è stato l’Amore più grande della mia vita”.
Presentato a Ca’ Foscari il libro del giornalista scritto insieme al fratello Giorgio