MILANO – La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex europarlamentare di Forza Italia Lara Comi, per il deputato azzurro Diego Sozzani, per l’esponente di Varese Nino Cainiello, per il patron della Tigros Paolo Orrigoni e per la stessa società a cui fa capo la catena dei supermercati, e per altre 29 indagati in una tranche dell’inchiesta “mensa dei poveri” su un “sistema” di mazzette, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti. Sistema di cui Caianiello, secondo l’ipotesi, sarebbe stato il presunto “burattinaio”.
La richiesta di processo per i 34 imputati – per alcuni dei quali è già in corso l’udienza preliminare per una tranche dell’indagine – è stata firmata nei giorni scorsi dai pm Luigi Furno, Silvia Bonardi e Adriano Scudieri e dall’aggiunto Alessandra Dolci, e riguarda anche l’ex dg di Afol Giuseppe Zingale e l’attuale sindaco di gallarate Andrea Cassani. I reati contestati a vario titolo sono associazione per delinquere, turbativa d’asta, corruzione e truffa all’europarlamento e altri reati.
Lara Comi, che era stata posta agli arresti domiciliari lo scorso novembre, risponde di corruzione, emissione di false fatture e truffa nei confronti dell’Unione Europea. Come si legge nel capo di imputazione, l’ex eurodeputata sarebbe stata, assieme a Caianiello, l’intermediaria della dazione corruttiva” per far ottenere all’avvocato Maria Teresa Bergamaschi un incarico pubblico in Afol, il cui direttore generale, Zingale (pure lui finì ai domiciliari) per i pm sarebbe stato “promotore dell’accordo” in qualità di pubblico ufficiale. L’avvocato Bergamaschi è anche titolare della società Premium Consulting, società ligure alla quale Lara Comi avrebbe emesso fatture false per “attività professionali mai eseguite”.
Riguardo all’ipotesi di truffa all’Ue, l’esponente politica azzurra, è indagata per aver nominato il giornalista varesino Andrea Aliverti suo addetto stampa a Strasburgo “previo accordo di consegnare una quota del compenso”, 1.500 euro al mese su un totale di 3,495 euro, all’avvocato Carmine Gorrasi e allo stesso Caianiello, “inducendo così in errore gli organi del Parlamento Europeo, e procurando per sé e altri un ingiusto vantaggio”.
Tra i destinatari della richiesta di rinvio a giudizio della Procura, oltre a una decina di nuove persone iscritte nel corso dell’inchiesta, c’è anche Diego Sozzani, parlamentare di Novara di Forza Italia, al quale è stata contestata la corruzione in relazione a incarichi di consulenza per un totale di oltre 60 mila euro che Caianiello avrebbe dirottato a favore del suo studio professionale. Inoltre si leggono i nomi di Andrea Cassani, sindaco leghista di Gallarate (Varese), accusato di turbativa d’asta, e di Paolo Arrigoni, patron della catena di supermercati Tigros: avrebbe corrotto con 50 mila euro Caianiello e altri funzionari locali per “ottenere il cambio di destinazione urbanistica, da industriale a commerciale, di un immobile” sul territorio comunale di Gallarate.
I pm hanno anche chiesto il rinvio a giudizio di 11 persone, alcuni nomi sono gli stessi dei 34 ma rispondono di altri episodi, che quasi un anno fa si sono visti rigettare un’istanza di patteggiamento.
Ora la vicenda passa all’esame del gup Natalia Imarisio davanti alla quale si sta già tenendo l’udienza preliminare per un filone di indagine a carico di una settantina di persone. Se i vari filoni della vicenda – uno non è ancora stato chiuso – dovessero essere riunificati, si potrebbe celebrare una maxi udienza nei confronti di un centinaio di persone. (ansa)