ROMA – Peppino Caldarola, “un combattente”, come lui amava definirsi, è morto oggi a 74 anni, al Policlinico Umberto I di Roma, dopo aver portato avanti con spirito libero tante battaglie. A partire da quella con un cuore danneggiato dall’umidità respirata da bambino nei bassi di un quartiere popolare di Bari, Madonnella.
Giornalista irrequieto e parlamentare appassionato, Giuseppe Caldarola, “Peppino”, era nato a Bari il 9 aprile 1946. È stato redattore della casa editrice Laterza e dirigente del Partito Comunista a Bari. Poi deputato dei Ds e dell’Ulivo. Alla “Storia e politica della sinistra a Bari” aveva dedicato nel 2003 “Il lungo sogno” (Edizioni della Libreria Laterza), un diario di viaggio nella sinistra in una città definita di destra: dai riti del Pci, partito di funzionari chiuso in se stesso e lontano dalla città agli anni della contestazione giovanile, fino ai giorni nostri con, sullo sfondo, il tentativo di indagare gli umori di una città ambiziosa che rischia di restare sempre periferia.
Direttore per due volte del quotidiano l’Unità, dal 1996 al 1998 e dal 1999 al 2000, vice direttore del settimanale “Rinascita” e direttore del mensile “Il Contemporaneo”, è stato il fondatore e direttore di Italiaradio. È stato anche editorialista del “Riformista” e ha diretto il bimestrale “Italianieuropei”.
Il suo ultimo impegno è stata “Civiltà delle macchine”, la storica rivista fondata da Leonardo Sinisgalli, edita dalla Fondazione Leonardo, che dirigeva dal 2019. Nel memoir “Come mi sono perso il fratello greco cercando la sinistra”, pubblicato nel 2019 dalla pugliese Progedit, con la prefazione del regista barese Maurizio Sciarra, aveva ripercorso la sua vita, raccontando sia la famiglia in cui è nato, sia quella politica, la sinistra, senza rimpianti e amarcord.
Tante le storie personali come quella, condivisa con una sorella, di cercare un fratello greco, figlio della guerra di invasione delle truppe italiane nel Paese così simile alla sua terra d’origine, la Puglia. Il fratello greco è nei racconti segreti della famiglia ed è la ragione di un viaggio ad Atene dopo che le carte militari hanno rivelato pagine inedite della vita di un giovane padre, invasore innamorato. Ma Caldarola nel libro guardava anche alla famiglia-mondo che va dalla Puglia alla Russia del dopo Gorbaciov, da Berlinguer alle difficoltà di oggi. Una famiglia raccontata con decine di episodi, persone, sentimenti, idee e fatti. E si chiedeva: «Davvero si sono smarriti sia il fratello sia quella grande famiglia? Irrequieto, sempre sorridente, ha portato avanti, fino all’ultimo, tutti i suoi progetti, sia culturali sia politici, con grande entusiasmo. (ansa)