RENDE (Cosenza) – “L’Ora della Calabria sta per chiudere i battenti. È una notizia che non avremmo mai voluto scrivere, eppure è così. C’è ancora in Calabria qualcuno con un’Idea? C’è ancora qualcuno disposto a difenderla? Se sì, che si manifesti al più presto. L’Ora della Calabria sta per chiudere i battenti”. Nel disperato appello del Comitato di redazione de “l’Ora della Calabria”, il dramma dei giornalisti del quotidiano calabrese davanti all’ipotesi, sempre più concreta, della chiusura del giornale.
“È una notizia che non avremmo mai voluto scrivere, eppure è così”, scrive il Cdr in un comunicato sindacale rivolgendosi “agli imprenditori liberi, onesti, coraggiosi, non compromessi con la politica, che hanno voglia di dar voce a un pensiero indipendente”.
“C’è ancora in Calabria – si chiedono i giornalisti de l’Ora – qualcuno con queste caratteristiche, disposto a sposare un progetto di informazione libera come il nostro? Si dice spesso che quando muore un giornale muore anche un’Idea. C’è ancora in Calabria qualcuno con un’Idea? C’è ancora qualcuno disposto a difenderla? Se sì, che si manifesti al più presto”.
Il rischio chiusura del quotidiano diretto da Luciano Regolo è apparso sempre più concreto dopo il sequestro dell’85 per cento del capitale sociale della “Pieffe Holding srl”, con sede a Cosenza e avente per oggetto l’assunzione e la gestione di partecipazioni societarie, e il controllo di altre società. “Quest’ultima – ha dichiarato l’editore Alfredo Citrigno – detiene una quota nella società editrice dell’Ora della Calabria, ma il sequestro non riguarda anche il comparto dell’editoria”.
Il provvedimento di sequestro è stato eseguito dalla Direzione investigativa antimafia di Catanzaro, guidata da Arturo De Felice, nei confronti dell’imprenditore Pietro Citrigno, padre di Alfredo, emesso il 26 febbraio scorso, a integrazione ed estensione del precedente che risale al 14 gennaio.
Gli uomini della Sezione operativa di Catanzaro hanno sequestrato, su disposizione del Tribunale di Cosenza, le quote societarie del centro clinico San Vitaliano, per un valore di circa 500mila euro, struttura sanitaria accreditata dal Servizio sanitario calabrese con 35 posti letto per pazienti affetti da patologie neuromuscolari, che ha sede nel capoluogo di regione. Le indagini hanno consentito di ricostruire la proprietà della clinica attraverso le due società Meridiana srl e Riace srl già oggetto di sequestro in precedenza. Il sequestro riguarda, dunque, il cento per cento del capitale sociale del centro clinico San Vitaliano, il 49 per cento del capitale sociale della Vela Latina srl con sede a Cetraro, tre rapporti finanziari, nove autoveicoli, l’85 per cento del capitale sociale della Pieffe Holding srl, con sede a Cosenza e avente per oggetto l’assunzione e la gestione di partecipazioni societarie, e il controllo di altre società. Quest’ultima detiene una quota nella società editrice dell’Ora della Calabria ma il sequestro non riguarda anche il comparto dell’editoria.
Pietro Citrigno, al quale nel gennaio scorso erano stati sequestrati beni per un centinaio di milioni di euro, sta scontando una condanna definitiva a quattro anni e otto mesi di reclusione per il reato di usura aggravata a seguito della sentenza del processo Twister.
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