Da una lapide ritrovata nel cimitero di Fara Novarese rispunta un delitto del secolo scorso

Un giornalista assassino e un altro ammazzato

22 maggio 1907:  Il Corriere di Novara, in edizione straordinaria, racconta il delitto

FARA NOVARESE (Novara) – Una lapide nel cimitero di Fara Novarese fa emergere una storia noir del secolo scorso: un giornalista che uccise un altro giornalista.
Enrico Repetto, 35 anni – “vittima di feroce invidia” – è stato ammazzato da una rivoltellata sparata a bruciapelo, da Fortunato Bazzoni, che di anni ne aveva 50.
Il delitto è avvenuto a Novara, il 21 maggio 1907, nell’allora centralissima piazza Cavour, all’ombra della basilica di San Gaudenzio. Il culmine di una storia di rivalità in affari che durava da anni.
Il primo protagonista, Enrico Repetto, era un giornalista e imprenditore nel mondo dell’editoria. In pochi anni, con genialità, un pizzico di spregiudicatezza e un ottimo senso per gli affari, era riuscito ad ottenere il monopolio delle rivendite dei giornali della Stampa (prima) e del Corriere della Sera (poi).
Oltre che venderli, i quotidiani, li scriveva mandando corrispondenze puntuali da Novara. E, nel 1896, aveva fondato “Il Lavoratore Novarese”, che ospitava articoli favorevoli alla federazione socialista e assumeva tendenze anticlericali e antiborghesi.
Inevitabili denunce e sequestri cui lui reagiva con sorprendente scaltrezza, evitando i guai più gravi. I suoi successi e la capacità di schivare i guai facevano storcere il naso ai colleghi e alla concorrenza. I malumori crescevano e le discussioni aumentavano anche in modo pesante. In questo contesto, una soluzione sembrava impossibile.
Il più animoso era Fortunato Bazzoni, il secondo protagonista della storia. Anche lui era titolare di un’impresa di rivendita di giornali, ma la concorrenza spregiudicata di quell’altro lo stava riducendo al lastrico. Pensava che, se gli affari andavano male, era per colpa di Repetto che non andava per il sottile se c’era da fregare la concorrenza.

La lapide di Enrico Repetto nel cimitero di Fara Novarese

Per la verità le cronache dell’epoca dicevano che Bazzoni trascurava gli affari ed era molto impreciso nella gestione della sua azienda.
Dunque, alla fine, era inevitabile che Bazzoni avesse in testa solo un proposito: quello di vendicarsi.
Difficile, perché Repetto continuava ad aggiungere incarichi e successi, assumendo la carica di capo redattore del giornale satirico “La Vespa” (prima) e della “Rana” (poi). Ispirò anche la nascita del “Gazzettino Novarese”.
Ebbene, dopo l’ennesima discussione, Bazzoni – esasperato – ha estratto la pistola e ha sparato in testa a Repetto.
“Il Corriere di Novara”, uscendo in edicola con un’edizione straordinaria, raccontò che “In un attimo l’affronto e senza frapporre indugio con velocità fulminea sparò il colpo, squarciandogli il cranio”.
Tempestivi  i soccorsi, ma la situazione clinica è sembrata, fin da subito, delicata. All’ospedale non c’è stato niente da fare. Repetto è morto qualche ora dopo.
Bazzoni si è barricato in casa e ha tentato il suicidio, sparandosi in gola, ma non è morto. È stato arrestato e, inevitabilmente, condannato a 18 anni di reclusione. (giornalistitalia.it)

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