TEL AVIV (Israele) – E’ stato il periodo più difficile della mia vita professionale. Ho soppesato se uscire di casa, oppure no. Mi son chiesto se camminare con lo sguardo rivolto verso il basso, per non essere riconosciuto. Ho dovuto prendere una scorta (e non voglio aggiungere altro…) No, non credevo che saremmo arrivati a tanto. E’ stato il mese peggiore della mia vita professionale”. Con la fine del conflitto a Gaza l’opinionista di Haaretz, Gideon Levy, inviso alla destra e alla maggioranza dell’opinione pubblica israeliana, ha descritto in tv le ripercussioni sulla sua vita privata di una serie di articoli molti critici nei confronti delle forze armate israeliane da lui pubblicati in queste settimane su Haaretz.
“Ora – sostiene – sono l’uomo più odiato di Israele. – Secondo forse solo a Khaled Meshal”, il leader politico di Hamas. Ma dopo “30 anni di copertura continua dell’occupazione israeliana” non intende cambiare la propria impostazione. I suoi critici, i suoi detrattori, quanti lo minacciano, non avranno da lui questa soddisfazione promette ai lettori di Haaretz, in un nuovo polemico intervento.
Nelle settimane passate ha denunciato con parole sferzanti il comportamento dei piloti israeliani a Gaza, attaccando così frontalmente il “fiore all’occhiello” delle forze armate israeliane. Ha anche denunciato l’uccisione dei congiunti di leader di Hamas: “un vero crimine di guerra”.
Ha condannato le estese distruzioni provocate alla città di Rafah (a sud di Gaza) dopo il rapimento di un ufficiale israeliano. E ha allora avvertito a pieno l’ondata di odio che cresceva nei suoi confronti. In serata, ospite della televisione commerciale Canale 10, Levy ha detto che l’accresciuta ostilità nei suoi confronti rappresenta un’involuzione della società israeliana.
Anche anni fa, durante l’operazione “Piombo fuso” contro Hamas a Gaza, aveva espresso critiche analoghe. Ma allora le reazioni erano state più contenute. Adesso nei suoi confronti, e anche nei confronti del suo giornale, sta montando un vero e proprio sentimento di odio. Che a prima a vista è strano – nota il giornalista – visto che Haaretz non ha una diffusione molto vasta ed i suoi articoli non sono numerosi, né rispettano sempre la linea del giornale”.
Allora come si spiega una reazione così spropositata? Levy ipotizza che “qualcosa sta bollendo sotto i piedi” dei suoi detrattori.“Forse anche loro sentono che c’è qualcosa di profondamente sbagliato” nel comportamento di Israele a Gaza.
“In passato mi hanno sputato addosso per strada, sono stato picchiato. No – aggiunge Levy, rispondendo ad una osservazione dell’intervistatore – non provo nessun «piacere» di fronte a questa situazione. Ma sono soddisfatto: per essere rimasto fedele nonostante tutto alle mie convinzioni”. (Ansa).
Sotto scorta per aver pubblicamente criticato le forze armate sul suo giornale Haaretz
Gideon Levy é una delle persone piú oneste che conosco e lo ringrazio molto per la sua onestá, per la sua lealtá verso l’umanitá. Un uomo coraggioso e di grandi valori umani. Lui ha tutto il nostro rispetto.
Non é necessario essere arabo o musulmano per difendere una causa giusta dei diritti umani, l’importante è l’essere umano.