RENDE (Cosenza) – «Dopo i costanti controlli, le richieste e le sollecitazioni inviate nel corso di quasi un anno, abbiamo avviato la procedura di risoluzione del contratto con la società che gestisce il Parco Acquatico a causa del reiterarsi di fatti, comportamenti e atteggiamenti incompatibili con le finalità della concessione stessa».
Lo annuncia il sindaco di Rende, Marcello Manna, dopo le polemiche scatenate dalle pesanti minacce del direttore tecnico del Parco Acquatico di Rende, Antonio Vivacqua, alla giornalista Erika Crispo “colpevole” di aver denunciato le criticità della struttura con un servizio andato in onda, il 12 giugno scorso, sul Tg Rai della Calabria.
«Un atto dovuto, – afferma il sindaco di Rende – un percorso che ha visto la nostra amministrazione e, in particolare, gli uffici preposti, avviare sin dallo scorso novembre una serie di obiezioni alla società di progetto Parco Acquatico Santa Chiara 4.0 per le gravi violazioni delle disposizioni contenute nel capitolato speciale d’oneri».
«È venuta meno – sottolinea Manna – la fiducia nei confronti del delegato individuato dalla società di progetto a tenere i rapporti con la nostra amministrazione che, violando i principi di integrità, correttezza e buona fede che devono caratterizzare i comportamenti dei dipendenti della società in indirizzo e ledendo così la dignità delle persone, ha recato danno all’intera nostra comunità che ha fatto sempre del rispetto, dell’inclusività e dell’uguaglianza i propri principi identitari».
«Abbiamo proceduto – spiega il sindaco – in maniera trasparente, vulnus del nostro agire politico, secondo un iter lungo, ma necessario per la salvaguardia dei principi di diritto e democrazia, oltre che di tutela dei lavoratori che abbiamo incontrato lo scorso venerdì in municipio. Molte – secondo Manna – le valutazioni sbagliate che in questi giorni si sono susseguite e che sono frutto d’ignoranza rispetto alla intera vicenda documentata da atti pubblici».
«In questi mesi – afferma il sindaco di Rende – abbiamo cercato di sostenere, nei termini di legge, l’ente gestore della struttura: abbiamo concesso la rateizzazione delle utenze, oltre ad una ulteriore proroga per il rimborso dei costi sostenuti dalla nostra amministrazione per l’energia elettrica viste le criticità connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19 in atto, ma come per altre gravi inadempienze non si è trovato alcun riscontro positivo da parte della società di progetto. Erano state chieste garanzie a tutela dei lavoratori per il tempestivo pagamento delle spettanze dovute e ad oggi nessuno stipendio è stato ancora retribuito».
«Le violazioni e le inadempienze contrattuali, dunque, le costanti sollecitazioni da parte del nostro ente non recepite in questi mesi – conclude Manna – ci hanno indotto ad avviare tale procedimento di risoluzione: la cattiva gestione di un bene comune lede la nostra intera comunità ed è proprio a tutela della nostra comunità che si è deciso di intervenire». (giornalistitalia.it)
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