ROMA – Esattamente dieci anni fa (il 26 agosto 2004) veniva ucciso, in Iraq, il cronista italiano Enzo Baldoni dopo essere stato rapito presso Najaf da un gruppo fondamentalista ritenuto legato ad al-Qāida. L’Unione Nazionale Cronisti Italiani ricorda a tutti i colleghi la figura di questo cronista morto sul lavoro nell’adempimento del suo dovere.
Dieci anni dopo quel terribile tragico evento l’esecuzione del giornalista americano James Foley, ci porta purtroppo a riparlare dei rischi ed i sacrifici di quanti lavorano in zone di guerre per informare il mondo di ciò che realmente accade, per “denunciare” violenze, massacri e torture.
Come tanti giornalisti, Lorenzo Baldoni lavorava come free lance. Nonostante la sua capacità e dedizione non aveva, infatti, un contratto di lavoro fisso. Oltre che giornalista, Baldoni era volontario della Croce Rossa Italiana e nei paesi in guerra doveva aveva lavorato aveva portato anche aiuto alle popolazioni.
In Iraq era andato per documentare le atrocità di una guerra ogni giorno più assurda e sanguinosa. Fu rapito presso Najaf il 21 agosto 2004 e cinque giorni dopo venne ucciso. Solo nell’aprile 2010, a quasi sei anni dall’esecuzione, il suo corpo è stato recuperato e restituito alla famiglia, i funerali sono stati celebrati a Preci (sua città natale) il 27 novembre 2010.
Nel 2005 la Provincia di Milano ha istituito il premio giornalistico Enzo Baldoni in sua memoria (e di altri reporter italiani caduti) mentre l’Unione Nazionale Cronisti Italiani ha inserito il suo nome nel tristemente lungo e tragico elenco dei giornalisti uccisi ricordato, ogni anno, in occasione della Giornata della Memoria dei giornalisti uccisi.
L’Unci ricorda il cronista freelance rapito dai fondamentalisti legati ad al-Qāida