CATANZARO – “Digli al giornalista che quando parla delle mie cose deve essere più delicato. Non deve parlare solo contro, ma anche delle cose a favore”. E’ questa la frase pronunciata dal presunto boss Mario Mongiardo, 46 anni, di San Sostene, nel corso di un colloquio con la figlia minorenne avvenuto in carcere.
Il giornalista a cui faceva riferimento Mongiardo è Francesco Ranieri della Gazzetta del Sud che lavora dalla zona del Soveratese. Mongiardo è ora accusato di violenza privata aggravata dalla modalità mafiosa nei confronti del giornalista.
La figlia del presunto boss, secondo quanto riferito dagli investigatori della Squadra Mobile di Catanzaro, dopo la conversazione con il padre si sarebbe effettivamente recata da Ranieri per portargli il “messaggio”.
La vicenda è confluita nell’inchiesta della Dda di Catanzaro che, stamane, ha portato all’arresto di venti presunti esponenti della cosca Procopio-Mongiardo, che opera nel basso Jonio catanzarese.
Gli investigatori hanno ricostruito quanto è accaduto attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, pertanto ad uno dei capi della cosca è stato contestato di aver posto in essere delle minacce, aggravate dalla metodologia mafiosa, nei confronti di un giornalista per costringerlo ad astenersi dal pubblicare articoli che evidenziavano aspetti negativi riguardo alla famiglia di appartenenza.
Dalle indagini sono state scoperte una serie di estorsioni e danneggiamenti a imprenditori e commercianti. I poliziotti hanno individuato anche un traffico di armi attraverso un canale utilizzato da calabresi residenti in Svizzera. (Ansa)
Nell’operazione, denominata Hybris, hanno partecipato circa 160 agenti dei reparti prevenzione crimine di Calabria, Liguria, Piemonte, Veneto e Basilicata, agenti della Squadra Mobile di tutta la regione, unità cinofile di Vibo Valentia e del Reparto Volo di Reggio Calabria.
Oltre Mario Mongiardo (che era già detenuto), sono stati arrestati e condotti in carcere: Gerardo Procopio, 54 anni, Giuseppe Mongiardo, 54 anni, Domenico dello “Mico” Procopio, 50 anni, Gregorio Procopio, 50 anni, Roberto Andracchio, Francesco Procopio, 30 anni, Alessandro Borgnis, 27 anni, Francesco Ranieri, 29 anni, Antonio Procopio, 24 anni, Francesco Agresta, 33 anni, Michele Lentini, 43 anni, Santino Procopio, 31 anni, Alberto La Rosa detto “zio Umberto”, 59 anni, Angelo Aloi, 25 anni, Roberto Ierace, 30 anni, Giuseppe Corapi, 31 anni, Carmine Procopio, 27 anni. Arrestati e posti, invece, ai domiciliari: Giuseppe Fiorentino, 28 anni, Michele Matarese, 38 anni.
A giudizio degli investigatori, la costa sarebbe coinvolta anche nel tentato omicidio di Luigi Gullà, 47 anni, avvenuto a Soverato nell’ottobre 2010.
Da Francesco Ranieri della Gazzetta del Sud pretendeva anche “notizie a favore”
Replico un mio tweet credo disperso. Nei miei anni verdi la ‘ndrangheta era un prodotto tipicamente reggino, con il bergamotto e le frittole. Catanzaro ci sta prendendo proprio tutto….