Braccio di ferro tra l’assemblea e la nuova proprietà Alter Advert di Paola Garagozzo

Metro, cooperativa giornalisti sì o no?

ROMA – Botta e risposta tra l’Assemblea dei giornalisti di Metro e la nuova proprietà del quotidiano freepress, ovvero la AlterAdvert, società con un socio unico che, lunedì scorso ha  rilevato il giornale dall’editore Mario Farina. La AlterAdvert è all’80% di proprietà della giornalista Paola Garagozzo e al 20% della società Muga, a sua volta interamente di sua proprietà. «Una società – rilevano i giornalisti di Metro – con un fatturato e un capitale sociale troppo esigui perché l’operazione realizzata non debba allarmare sulla sua credibilità e solidità. Non solo.

Mario Farina

Il passaggio delle quote dal precedente editore, Mario Farina, è avvenuto a dispetto del fatto che i giornalisti avessero per tempo manifestato l’intenzione, regolata dall’articolo 5 della legge 416/81, di costituirsi cooperativa e presentare una contro offerta alla parte venditrice, preoccupati per il proprio futuro e quello della storica testata freepress. Un diritto di prelazione che non è stato rispettato, la vendita c’è stata ma incredibilmente parte venditrice e parte acquirente hanno comunicato al Cdr che avrebbero riconosciuto alla costituenda cooperativa di giornalisti il diritto di riacquisto delle quote societarie. A dimostrazione che il nostro nuovo editore non ha un interesse prevalente e determinato nella nostra testata».
«Allarmante – denuncia l’Assemblea dei giornalisti – è stato poi l’esito dell’incontro avvenuto ieri tra i rappresentanti sindacali dei giornalisti e l’acquirente per sondarne consistenza e progetto editoriale e garanzie nei confronti dei giornalisti, disponibili comunque a valutare senza pregiudizi idee e intenzioni del nuovo editore. Il risultato è stato raggelante.
La titolare della Alter Advert – affermano i giornalisti – non ha dato alcun chiarimento su nessuno dei punti essenziali sollevati: non sulle garanzie di ricapitalizzazione dell’esiguo capitale sociale e nemmeno sulle strategie di rilancio, trincerandosi dietro un pretesto, ossia la volontà di non comunicare informazioni sensibili ai rappresentanti di una possibile cooperativa “concorrente”, violando così, in modo flagrante, il contratto di lavoro e ogni buona prassi di corrette relazioni industriali».
I giornalisti di Metro annunciano, quindi, che «continueranno a praticare ogni strada possibile per garantire ad una ormai storica, gloriosa testata nazionale il futuro che essa merita».
Immediata la replica dell’amministratore unico di Alter Advert, Paola Garagozzo, ricordando di aver «chiaramente invitato alla più stretta collaborazione fra giornalisti e parte editrice, con la sola finalità di ridare nel più breve tempo possibile sia smalto e nuova linfa al nostro giornale Metro, sia rinnovate sicurezze agli investitori pubblicitari e con l’obiettivo precipuo di superare subito l’impasse della sospensione delle pubblicazioni rinvenienti dall’emergenza sanitaria Covid 19, che ha colpito il nostro Paese. Ma – afferma – tale messaggio chiaro e perentorio – evidentemente – non è stato recepito né tantomeno compreso».
Garagozzo sostiene che «in quello che è stato definito un “incontro raggelante”, di contro a quanto affermato, tutti i chiarimenti alle domande inoltrate sono stati puntualmente ed esaustivamente forniti ai rappresentanti del Cdr, tranne ovviamente quelli relativi all’analisi dei nuovi progetti editoriali, che saranno comunicati solo dopo che verrà sciolta la riserva di riacquisto della partecipazione della N.M.E. da parte dell’eventuale costituenda cooperativa di giornalisti, ai sensi della facoltà di opzione concessa ai giornalisti dal vecchio Editore e dalla sua richiesta da me esplicitamente confermata».
«Nell’incontro – sottolinea Garagozzo –  è emersa la mia ferma volontà di salvaguardare tutti i posti di lavoro esistenti e la manifestazione a riprendere immediatamente – sin da domani – la pubblicazione on line delle notizie sul nostro quotidiano, previa verifica del vostro interesse e delle obiettive condizioni di mercato, con il Cdr, con il Direttore Responsabile e con il Responsabile dell’acquisizione pubblicitaria, e detta volontà vi viene oggi ribadita pubblicamente».
«Per ciò che riguarda le mie capacità imprenditoriali e in particolare i paventati timori riguardo alla forza di autonomia patrimoniale della N.M.E.», Garagozzo segnala «che dai conti societari analizzati dai miei consulenti fiscali e finanziari risulta la piena capacità di soddisfare in autonomia ogni aspettativa presente e futura, non essendo la società soggetta a debiti rilevanti nei confronti di terzi, né a potenziali rischi di default».
«Comunque, la capogruppo AlterAdvert, nel caso che in futuro tale autonomia d’impresa della N.M.E. non fosse sufficiente, è in grado in qualsiasi momento – assicura l’amministratore unico – di coprire eventuali perdite con le opportune ricapitalizzazioni. E voglio, altresì, sottolineare – conclude Gargarozzo – che nella circostanza ho messo a disposizione per l’acquisto delle quote della N.M.E. una mia società che da ben sette anni è presente nel campo editoriale, piuttosto che una sconosciuta NewCo con capitalizzazione ed esperienza zero, come è prassi nella maggior parte delle acquisizioni societarie. Vi invito, comunque, a sciogliere ogni riserva secondo i tempi stabiliti, in modo da riprendere con rinnovato entusiasmo ogni nostra attività». (giornalistitalia.it)

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