SALERNO – Premio Nazionale Mediterraneo al giornalista e scrittore Paolo Di Mizio, uno dei volti “storici” del Tg 5 come inviato speciale e, per oltre vent’anni, conduttore del Tg della notte. Sarà premiato sabato 6 settembre, all’Arena Spettacolo del Rione Zevi, a Salerno, per il suo romanzo “Storia di Giuseppe e del suo amico Gesù”, edito da Marsilio.
A lui si deve “l’invenzione” della rassegna stampa nei telegiornali notturni. La sua disamina delle prime pagine dei quotidiani dallo schermo di Canale 5 è divenuta nel tempo un punto di riferimento per il grande pubblico, ma anche per gli stessi giornali.
Laureato in Lingue e Letterature straniere, Di Mizio iniziò la sua carriera a Londra, dapprima come insegnante di Letteratura italiana presso The City Literary Institute della University of London, e poi come corrispondente dalla capitale inglese di un’agenzia di stampa italiana.
Rientrato in Italia, ha lavorato per diversi giornali e periodici e ha collaborato con articoli in inglese a varie riviste europee e americane. Approdò in televisione prima con Maurizio Costanzo, nel primo telegiornale privato (“Contatto”) della rete allora fondata dalla Rizzoli-Corriere della Sera, e successivamente con Arrigo Levi nel settimanale d’inchieste di Canale 5 “Tv-Tv”.
Tra i fondatori del Tg 5, Paolo Di Mizio ha coperto vari incarichi: inviato speciale, vice caporedattore della redazione Inchieste e Società, poi caporedattore della redazione esteri e infine caporedattore centrale responsabile del Tg Notte e del notiziario flash Prima Pagina.
Come inviato speciale è stato sui principali teatri internazionali, dai conflitti della ex Jugoslavia (Croazia, Serbia, Bosnia, Kosovo) agli Stati Uniti durante la guerra in Afghanistan. Ha intervistato personaggi che hanno fatto la Storia degli ultimi decenni, tra i quali Clinton, Margaret Thatcher, Gheddafi, Netanyahu, Arafat, ma anche mostri sacri del cinema e della musica, da Franco Zeffirelli a Paul MacCartney.
Nel 2007 ha pubblicato con l’editore Marsilio il suo primo romanzo, divenuto subito un best-seller e ristampato in seconda edizione, “Storia di Giuseppe e del suo amico Gesù”. È il racconto della vita di un ebreo di Nazaret di 2000 anni fa, che da bambino diventa l’amico prediletto del suo coetaneo Gesù. Arrivati all’adolescenza, i due ragazzi scelgono strade molto diverse. Gesù rimarrà in Galilea e diventerà il predicatore, poi indicato come “il figlio di Dio”, mentre Giuseppe viaggerà in lungo e in largo nell’impero romano e, dopo aver conosciuto la filosofia greca e la cultura latina, diventerà ateo.
In sostanza, la vicenda umana e storica di Gesù, ma anche le fondamenta della religione, sono rivisitate nel romanzo alla luce della ragione, “la più potente macchina da guerra” inventata dalla filosofia greca. Nel mese di Settembre uscirà un nuovo libro di Paolo Di Mizio, un insolito misto di poesia e racconti, intitolato “Teneri lupi – Un diario in versi e prosa”, pubblicato da Regìa Edizioni.
Storia di Giuseppe e del suo amico Gesù
Signore, che posso fare? Non ho fede, perché la ragione è più forte del mio cuore e il dubbio è più forte della mia volontà Due bambini crescono insieme nel villaggio di Nazaret, in Galilea. L’uno, figlio di un falegname, è Gesù. L’altro si chiama Giuseppe: diventerà un ateo e per tutta la vita dubiterà dell’esistenza di Dio.
La Storia di Giuseppe e del suo amico Gesù si dipana a partire dai giochi dell’infanzia, durante i quali i due bambini si legano di un’amicizia fortissima e senza riserve, che rimarrà tale anche quando vicende e attitudini personali li porteranno a percorrere strade molto diverse.
Gesù è preso dallo studio della religione, si scontra con il maestro di scuola Mattàt –preludio dell’incomprensione che gli verrà dalla gente di Nazaret –, affronta aspri diverbi con il padre e i fratelli, soccorre i malati, opera guarigioni che alcuni chiamano miracolose.
Giuseppe invece, abbacinato dalla cultura greco-romana, si allontana dalla Galilea per un lungo viaggio in Siria, in Grecia, in Italia. Sarà una esaltante e tormentata avventura materiale e spirituale, scandita da incontri con personaggi indimenticabili, come il rabbino eretico Saulo, la schiava veggente del prosseneta Tròfimo, la bellissima greca Eurinice, il turpe liberto Fufio o la misteriosa, indecifrabile Germanica. Giuseppe conoscerà la fama e insieme la più cupa disperazione. Ma nessuna delle sue esperienze saprà convincerlo della esistenza o non esistenza di Dio. Alla fine soltanto nel ritorno in Galilea e nell’amicizia con Gesù ritroverà qualche ragione di conforto.
Giuseppe rappresenta in tal modo l’uomo dei nostri giorni, incapace di conoscere attraverso la fede o di avere fede attraverso la conoscenza.
Tra cronaca, storia, spiritualità e ricerca religiosa, il romanzo ricostruisce l’immenso scenario dell’impero romano al tempo dei Cesari, con eventi e persone che hanno segnato la nostra storia. Un “romanzo verità” che analizza realtà conosciute, ne evidenzia altre nascoste e demolisce luoghi comuni. Un libro che non mancherà di suscitare polemiche e critiche vibranti. (Marsilio Editore, pagine 384, euro 19.50)