TRIESTE – Compie 75 anni Primorski dnevnik, il quotidiano degli sloveni in Italia. E li festeggia con un inserto speciale in cui sono pubblicate due lettere altrettanto speciali, quella del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e quella del presidente della Slovenia, Borut Pahor.
Nell’inserto di otto pagine, uscito con il giornale di ieri, anche un editoriale del direttore responsabile, Igor Devetak, le testimonianze di tre suoi predecessori, il racconto di come nasce un numero del giornale e diversi ricordi, riflessioni e auguri inviati dai lettori che testimoniano il loro legame con il quotidiano.
Nato a Trieste pochi giorni dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, il 13 maggio 1945, «il Primorski dnevnik è stato, in questi anni, veicolo di una cultura che ha trovato nella Costituzione repubblicana riconoscimento e tutela, – si legge nella lettera di Mattarella – giungendo a promuovere valori di pace e convivenza nel travagliato territorio del confine orientale del nostro Paese. Le sofferenze che, per larga parte del Novecento, hanno gravato sulle popolazioni – frutto anche del prevalere di ideologie totalitarie – hanno ceduto, progressivamente, il posto alle ragioni della reciproca comprensione, del dialogo e della collaborazione, sino alla realizzazione anche tra gli Stati che, oggi, insistono in quest’area, della comune appartenenza alla Unione Europea».
Mentre il presidente Pahor tiene a sottolineare che «l’anniversario del Primorski dnevnik coincide con la fine della Seconda guerra mondiale e con l’inizio di un nuovo capitolo nelle relazioni tra la Slovenia e l’Italia, due paesi che hanno condiviso grandi momenti, come l’indipendenza della Slovenia, la sua adesione all’Unione europea e all’area Schengen. In tal modo, quel confine tra i due paesi che nel passato scindeva le comunità nazionali, divenne una frontiera che oggi unisce. Sono certo che le barriere causate dall’epidemia saranno presto rimosse. Ciò è particolarmente importante per la minoranza slovena in Italia e la comunità italiana in Slovenia». (giornalistitalia.it)
La lettera di Sergio Mattarella
«Un presidio del pluralismo culturale della Repubblica»
Il Primorski dnevnik è stato, in questi anni, veicolo di una cultura che ha trovato nella Costituzione repubblicana riconoscimento e tutela, giungendo a promuovere valori di pace e convivenza nel travagliato territorio del confine orientale del nostro Paese.
Le sofferenze che, per larga parte del Novecento, hanno gravato sulle popolazioni – frutto anche del prevalere di ideologie totalitarie – hanno ceduto, progressivamente, il posto alle ragioni della reciproca comprensione, del dialogo e della collaborazione, sino alla realizzazione anche tra gli Stati che, oggi, insistono in quest’area, della comune appartenenza alla Unione Europea.
E oggi è così possibile – con il pieno riconoscimento che ci consegnano l’articolo 6 della Costituzione e la Carta Europea delle lingue regionali o minoritarie approvata dal Consiglio d’Europa – la tutela e la valorizzazione delle identità plurali delle popolazioni presenti sui territori degli Stati, eredità anche delle sovranità che, nel tempo, si sono succedute.
L’anniversario dei settantacinque anni dalla fondazione del Primorski dnevnik offre l’opportunità per richiamare anche il ruolo propulsivo che le minoranze svolgono nel tessuto del continente e, in particolare, nel fitto reticolo delle relazioni tra Slovenia e Italia.
Esse costituiscono non soltanto una ricchezza per le terre che abitano ma, più in generale, sono preziosissimi moltiplicatori di conoscenza reciproca, ponti di dialogo che arricchiscono i rapporti bilaterali in tutte le loro molteplici dimensioni, compresa quella essenziale – ben evidenziata in queste difficili settimane – della solidarietà.
Il Primorski dnevnik contribuisce a preservare e coltivare l’importante patrimonio identitario di cui la minoranza slovena in Italia è portatrice. Lingua e cultura ne costituiscono aspetti essenziali e al loro sviluppo va il necessario sostegno della Repubblica.
Ricorre, il prossimo 13 luglio il centesimo anniversario dell’incendio di Narodni dom a Trieste, una data che segnò l’avvio di persecuzioni da parte dei nazionalisti e dei fascisti nei confronti della popolazione di origine slovena.
Sarà un momento significativo per riflettere sui drammatici eventi di allora, sulle loro dolorose conseguenze e sulla capacità che sloveni e italiani hanno mostrato di saper costruire un presente di concordia e di costante e fecondo dialogo.
Decisivo è stato l’apporto della Repubblica Italiana e della Repubblica di Slovenia: nel corso degli ultimi decenni, hanno compiuto con determinazione un cammino che ha concorso a superare le ferite del passato per partecipare insieme – in spirito di rinnovata concordia – allo sviluppo della famiglia euro-atlantica. Slovenia e Italia condividono prospettive strategiche e iniziative di ampio respiro che contribuiscono allo sviluppo del processo di integrazione e a rendere ogni giorno più forte e più solidale l’Unione Europea.
La presenza di una voce come il Primoski dnevnik, mentre arricchisce il patrimonio informativo della libera stampa dell’Italia, rappresenta un presidio del pluralismo culturale della Repubblica.
A quanti – giornalisti, operatori, soci della cooperativa che edita il giornale, – collaborano a questa opera va l’apprezzamento e il riconoscimento per il ruolo che svolgono a favore di un’Italia e un’Europa più coese, insieme agli auguri per un anniversario così significativo.
La lettera di Borut Pahor
«Insieme per un’Unione europea migliore e più efficace»
Vorrei rivolgere al Primorski dnevnik le mie più sincere congratulazioni per il suo 75° anniversario. Il vostro giornale gioca un ruolo inestimabile ed è un importante punto di coesione per gli sloveni su entrambi i versanti del confine italo-sloveno.
L’anniversario del Primorski dnevnik coincide con la fine della Seconda guerra mondiale e con l’inizio di un nuovo capitolo nelle relazioni tra la Slovenia e l’Italia, due paesi che hanno condiviso grandi momenti, come l’indipendenza della Slovenia, la sua adesione all’Unione europea e all’area Schengen. In tal modo, quel confine tra i due paesi che nel passato scindeva le comunità nazionali, divenne una frontiera che oggi unisce. Sono certo che le barriere causate dall’epidemia saranno presto rimosse. Ciò è particolarmente importante per la minoranza slovena in Italia e la comunità italiana in Slovenia.
Le due nazioni, quella slovena e quella italiana, stanno ancora elaborando i gravi traumi di quel passato che molto spesso colpiva soprattutto le minoranze. Uno sguardo onesto alla storia e una seria riconciliazione in uno spirito europeo di amicizia e di cooperazione risultano quindi della massima importanza.
Quest’anno commemoriamo in particolare il 100° anniversario dell’incendio del Narodni dom a Trieste. Mi auguro che le circostanze mi permettano di ricordare e rendere omaggio a tale evento assieme al Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella a Trieste il prossimo 13 luglio e spero che presto il Narodni dom possa essere restituito alla minoranza slovena.
Le relazioni tra la Slovenia e l’Italia, che oggi sono indubbiamente buone, ricche e estese a svariati settori e ambiti, sono certamente un motivo di orgoglio per tutti noi. Siamo ben consapevoli dell’importanza dell’integrazione europea e stiamo lavorando insieme per un’Unione europea migliore e più efficace.
Al Primorski dnevnik auguro di continuare a coltivare gli alti livelli del giornalismo e contribuire con successo alla conservazione dell’identità della minoranza slovena, e al contempo, come Voi stessi avete scritto, sentirsi a proprio agio nelle due lingue, le due culture e i due paesi, in un’unica Europa comune.