ROMA – “
Il Consiglio Superiore della Magistratura ancora in carica si è insediato il 31 luglio 2010 sicché, in base all’art. 104 della Costituzione, esso sarebbe scaduto il 31 luglio 2014 e non il 7 luglio 2014, come invece sostenuto nella rubrica”
di Marco Travaglio, comparsa sul numero 34 del 28 agosto 2014 de “L’Espresso”, che “contiene alcuni dati gravemente inesatti”.
Donato Marra, segretario generale della Presidenza della Repubblica, scrive al direttore de “L’Espresso” contestando che “contrariamente a quanto scritto, il Presidente della Repubblica non ha adottato alcun provvedimento di proroga dell’attuale Consiglio fino all’11 settembre 2014. Ciò in quanto è l’articolo 30 della legge n. 195 del 1958 a stabilire che, allorché non si provveda all’elezione dei nuovi componenti entro il termine della scadenza quadriennale previsto dalla Costituzione, il Csm in carica è prorogato in via automatica (cioè senza l’intervento di alcun provvedimento del suo Presidente) sino all’insediamento del nuovo Consiglio”.
Su “L’Espresso, Travaglio ha, infatti, scritto, tra l’altro, che “il Csm è scaduto in blocco il 7 luglio, quando i magistrati hanno eletto i 14 membri togati, ma quello nuovo non può insediarsi perché il Parlamento non si decide a eleggere gli otto laici (quattro votazioni a vuoto). E così – mai accaduto prima – il presidente Napolitano ha prorogato quello vecchio fino all’11 settembre, sperando che intanto lorsignori trovino la quadra. Non è questione da poco, perché Palazzo dei Marescialli deve nominare i capi di ben 252 uffici giudiziari, anche grazie all’idea geniale del governo Renzi di anticipare l’età pensionabile dei magistrati da 75 a 70 anni. Un’ecatombe. Ma, nonostante il superlavoro che l’attende, Palazzo dei Marescialli ha chiuso regolarmente per ferie, a parte una seduta straordinaria per processare Antonio Esposito, perseguitato da un anno a causa dell’intervista (manipolata) rilasciata al «Mattino» dopo la condanna di Berlusconi al processo Mediaset”.
Nella replica del Quirinale, Donato Marra aggiunge che “come è noto – nonostante le sollecitazioni del Presidente Napolitano – il Parlamento non ha provveduto in tempo utile all’elezione dei componenti di sua spettanza.
1. La prorogatio automatica del Csm – contrariamente a quanto ancora sostenuto nella rubrica – non è, peraltro, un evento “mai accaduto prima”. Nella storia repubblicana si annoverano ben sette casi di protrazione per diversi mesi delle funzioni del Consiglio oltre la sua naturale scadenza, a causa della non tempestiva elezione dei nuovi componenti (addirittura in un caso intervenne una proroga con il decreto legge n. 394 del 1985).
2. Inoltre, occorre precisare che la lettera richiamata nella rubrica, da me inviata il 18 luglio 2014, per conto del Presidente della Repubblica, al Vice Presidente del Csm, aveva l’unico scopo di invitare i componenti del Csm uscente a seguire un criterio di logica sequenza temporale nell’assegnazione degli incarichi direttivi scoperti. L’invito, peraltro non nuovo nei suoi principi ispiratori, traeva origine dal fatto che molti incarichi direttivi (anche di primaria importanza nazionale) risultavano vacanti da troppo tempo e quindi, al fine di evitare possibili strumentalizzazioni sulle modalità di scelta dei posti da assegnare, si invitava il Csm a seguire un criterio obiettivo nelle procedure di conferimento degli uffici direttivi.
3. È, infine, frutto della pura fantasia del giornalista l’affermazione secondo cui la Presidenza della Repubblica avrebbe maturato una preferenza per un candidato in ordine all’assegnazione dell’incarico di Procuratore della Repubblica di Palermo. Tale delicato incarico sarà, infatti, conferito dal Csm in virtù del principio di maggioranza che regola le decisioni dell’organo collegiale preposto al governo autonomo della magistratura”.
Contestati al giornalista “dati gravemente inesatti” e “frutto della pura fantasia”