L’Inpgi ne ha liquidati oltre 7500 e ne ha pronti altri 1400. Le cause di esclusione

Bonus 600 euro: c’è tempo fino al 30 aprile

ROMA – I giornalisti iscritti alla Gestione Separata dell’Inpgi che, avendone diritto, hanno presentato la domanda e non si sono visti ancora accreditate il bonus una tantum di 600 euro previsto dal decreto Cura Italia (decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18), possono stare tranquilli. Nei prossimi giorni l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani provvederà a soddisfare le circa 1400 richieste non ancora liquidate. Lo rende noto lo stesso Istituto ricordando a chi non avesse ancora presentato la domanda che può ancora farlo fino al prossimo 30 aprile.

Francesca Merante

Il Servizio Prestazioni dell’Inpgi, diretto dalla dott. Francesca Merante, ha finora ricevuto circa 9800 domande e, grazie ad uno straordinario lavoro senza sosta, ne ha accolte 8934 (per un totale di 5,36 milioni di euro a carico dello Stato) e liquidate oltre 7500.
Tra le cause di esclusione: l’essere titolari di rapporto di lavoro dipendente; il percepire trattamenti pensionistici o indennità di disoccupazione, cassa integrazione, solidarietà, mobilità o reddito di cittadinanza; aver chiesto o subito la cancellazione dall’Ordine dei giornalisti o dall’Inpgi; il percepire redditi diversi da quelli dichiarati nella comunicazione reddituale all’Inpgi e, alla luce del nuovo decreto legge 23/2020, l’essere iscritti ad altre casse professionali. In particolare, l’art. 34 (Divieto di cumulo pensioni e redditi) prevede che “Ai fini del riconoscimento dell’indennità di cui all’art. 44 del decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509 e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, devono intendersi non titolari di trattamento pensionistico o iscritti in via esclusiva”.
Dunque, chi non l’ha ancora fatto, può presentare la richiesta di bonus entro il prossimo 30 aprile. Ricordiamo che la misura, contenuta nell’art. 44 del decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020 e attuata con il successivo decreto interministeriale del 28 marzo 220, ha esteso ai lavoratori autonomi e ai professionisti iscritti agli enti e alle casse di previdenza privatizzati il sostegno economico denominato “reddito di ultima istanza”, consistente in un “bonus una tantum” di importo pari a 600 euro, esente da imposizione da fiscale, riservando a tale categoria i 2/3 delle disponibilità stanziate nel relativo Fondo a carico del bilancio dello Stato (200 milioni di euro su un totale di 300 milioni di euro).
Per poter accedere all’indennità è necessario essere iscritti alla Gestione Separata dell’Inpgi, non  trovarsi in una delle condizioni di incompatibilità elencate tra le cause di esclusione, ed avere percepito nel 2018 un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro o, sempre nel 2018, un reddito complessivo compreso tra 35mila e 50mila euro, ma aver cessato, sospeso o ridotto l’attività autonoma o libero-professionale di almeno il 33% nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, sempre a causa del virus Covid-19. Il reddito complessivo è calcolato secondo il principio di cassa, ovvero come differenza tra i ricavi e i compensi percepiti e le spese nell’esercizio dell’attività. Il calcolo va, inoltre, inteso al lordo dei canoni di locazione assoggettati a tassazione. (giornalistitalia.it)

PER CHIEDERE IL BONUS UNA TANTUM DI 600 EURO
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