Coronavirus: il quotidiano ha messo in dubbio “scopo e utilità del materiale inviato”

Aiuti russi: è scontro tra Mosca e La Stampa

TORINO – È scontro aperto tra il Governo russo e il quotidiano La Stampa sugli aiuti inviati dalla Russia all’Italia per soccorrere la popolazione del Bergamasco colpita dal Coronavirus. Nei giorni scorsi, all’articolo del giornalista Jacopo Iacoboni, che ha messo in dubbio l’effettiva utilità degli aiuti, aveva risposto l’ambasciatore russo in Italia, Sergej Razov, con una lettera aperta al direttore Maurizio Molinari.

Jacopo Iacoboni

Ieri è stata la volta del generale Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, che ha accusato il quotidiano di “russofobia” e ammonito che “Qui fodit foveam, incidet in eam (Chi scava la fossa, in essa precipita)”.
Il direttore de “La Stampa”, Maurizio Molinari, ha replicato ricordando che «il nostro giornale ha descritto gli aiuti russi all’Italia contro la pandemia al pari di quelli giunti da altri Paesi: come una dimostrazione di amicizia e solidarietà in un momento drammatico di difficoltà per il Paese. Al tempo stesso – aggiunge Molinari – alcuni nostri articoli hanno riportato dubbi e perplessità, italiane e non, sulla possibile presenza nella missione russa di militari impegnati in missioni di intelligence. Si tratta di due aspetti della stessa notizia che i nostri giornalisti hanno affrontato con pari professionalità».

Maurizio Molinari

«Ci dispiace e sorprende – conclude il direttore della Stampa – che tale esempio di libertà di informazione abbia suscitato la forte irritazione del ministero della Difesa russo. E siamo convinti che la forza del legame fra Italia e Russia, testimoniato dall’attuale cooperazione contro il virus, non possa essere indebolito dal lampante mancato rispetto per il diritto di cronaca che traspare dagli espliciti insulti ricevuti dal general maggiore Igor Konashenkov».
Dal canto suo, il Comitato di redazione de “La Stampa”, nel chiedere l’intervento del Governo per avere “chiarimenti” e “scuse”, esprime «sdegno per per il grave attacco del ministero della Difesa russo al nostro giornale e al giornalista Jacopo Iacoboni», ritenendo che «le parole di Konashenkov rappresentano un’autentica intimidazione che, ancora una volta, conferma – se mai ce ne fosse stato il bisogno – gli strumenti con i quali la Russia controlla l’informazione, e non solo».
Solidarietà a Iacoboni anche dal Cdr de “la Repubblica”. «Le minacce del portavoce del ministro della Difesa russo al giornalista de La Stampa, Jacopo Iacoboni, sono – afferma il Cdr – una minaccia al ruolo della libera stampa in tutto il nostro Paese. Il diritto di cronaca non può essere intimiditito da chicchessia. Il Cdr e tutta la redazione di Repubblica sono vicini a Iacoboni e al suo lavoro».
«Preoccupazione e sdegno per il grave attacco» e «vicinanza e solidarietà al direttore e a tutte le colleghe e i colleghi de La Stampa, e segnatamente al collega Iacoboni», vengono espressi dall’Associazione Stampa Subalpina e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
«Ricordiamo al ministero della Difesa russo – afferma il sindacato dei giornalisti – che nel nostro Paese, in Europa e in democrazia non sono ammissibili intimidazioni ai professionisti dell’informazione e limiti al diritto di espressione. Il Governo italiano deve battere un colpo. Si convochi immediatamente l’ambasciatore russo in Italia, gli si chiedano spiegazioni e si agisca di conseguenza: non è tollerabile che chi, come la Russia, occupa posizioni di retrovia nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa pensi di intimidire i giornalisti di un altro Paese, né che si possa pensare che l’invio di materiale sanitario abbia di fatto trasformato l’Italia in una colonia russa».
«Solidarietà piena e totale ai colleghi della Stampa» viene, infine, espressa dal presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, evidenziando che «il direttore Maurizio Molinari e il Cdr hanno espresso con esemplare linearità cosa sia la libertà d’informazione e quanto sia preziosa in democrazia e per difendere tutti i nostri valori. A noi non resta che fare quadrato con l’hashtag ‘siamo tutti LaStampa’. E naturalmente ci aspettiamo che anche il governo, con la sua azione, aderisca metaforicamente alla nostra iniziativa». (giornalistitalia.it)

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