Colombia: il 24 luglio scorso gli era stata revocata la scorta assegnata nel 2012

Assassinato il giornalista Luis Carlos Cervantes

Luis Carlos Cervantes

Luis Carlos Cervantes

Ifj

TARAZA’ (Colombia) – Il giornalista Luis Carlos Cervantes, direttore della stazione radio “Morena Fm Stereo”, è stato assassinato, a mezzogiorno di mercoledì in Colombia.
Testimoni oculari hanno riferito che il giornalista stava percorrendo il tratto di strada che conduce da Tarazà a Laucana, nel nord-ovest del Paese, a bordo di una motocicletta condotta da un amico, quando due sconosciuti li hanno costretti a fermarsi. Il conducente della moto è stato fatto allontanare, mentre Luis Carlos Cervantes è stato ucciso con nove colpi di pistola.
La Federazione Internazionale dei Giornalisti (Ifj), presieduta da Jim Boumelha, è intervenuta immediatamente con il segretario generale Beth Costa che ha espresso le più sentite condoglianze alla famiglia ed invitato le autorità colombiane ad indagare sul brutale omicidio per assicurare gli assassini alla giustizia. “Essendo chiaro – ha osservato Costa – che Cervantes è stato ucciso a causa del suo lavoro di giornalista, è necessario porre fine a quella sorta di cultura dell’impunità nei confronti delle violenze ai giornalisti che, purtroppo, si è radicata nel Paese”.
Non a caso, la Federazione colombiana dei giornalisti (Fecolper), che ha organizzato una manifestazione di protesta nella città di Medellin, ha esortato gli investigatori a non escludere che il movente dell’omicidio sia legato alla sua attività giornalistica. Felcoper ricorda, infatti, che Cervantes stava conducendo una delicata inchiesta per la sua rivista “Buenos dìas Tarazà”. Recentemente sullo stesso giornale aveva pubblicato la notizia relativa all’arresto di un ex sindaco di Tarazà, accusato di corruzione e legami con i paramilitari. Il giornalista ha, tra l’altro scritto, che il 21 luglio scorso uno sconosciuto ha bussato alla porta della sua abitazione chiedendogli di trasmettere alla radio informazioni relative alle bande criminali. Essendosi rifiutato di farlo, il giorno dopo Cervantes ha ricevuto un messaggio nel quale veniva invitato a lasciare la città entro due ore.
Dal 2010, inoltre, il giornalista, che è stato anche corrispondente dell’emittente Teleantioquia, aveva ricevuto varie minacce per aver denunciato la presenza, nel basso Cauca Antioquia, di un rapporto di connivenza tra le amministrazioni di Tarazà e Caucasia e le bande criminali (Rastrojos, Paisas’y  e Urabeños) che vivono di estorsione e traffico di droga. Intimidazioni che, nel 2012, avevano suggerito all’Unità di Protezione Nazionale di assegnargli una scorta di due persone ed un’auto blindata, revocata il 24 luglio scorso perché, a giudizio delle autorità,“ il rischio era cessato in quanto stava lavorando ad un programma musicale radiofonico”.
Circostanze, queste, che il sindacato dei giornalisti colombiani giudica inquietanti sollecitando le autorità a trattate l’omicidio come un attacco alla libertà di stampa. “Soltanto identificando e consegnando alla giustizia i responsabili del brutale omicidio – sottolinea Fecolper – si eviterà di archiviare l’episodio come l’ultimo dei tanti crimini impuniti ai danni degli operatori dell’informazione”. (giornalistitalia.it)

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