Il 23 settembre la consegna della tessera da professionista alla memoria di Giancarlo Siani 

Odg Campania al fianco dei cronisti minacciati

Giancarlo Siani (Napoli, 19 settembre 1959 – Napoli, 23 settembre 1985)

NAPOLI – “Giornalisti in terra di Camorra, dall’omicidio di Giancarlo Siani a oggi. Quali misure per proteggere la libertà di stampa da interferenze e intimidazioni?”: se ne è discusso ieri, all’Istituto Studi Filosofici di Napoli, in occasione dell’incontro organizzato dall’Associazione contro illegalità e mafie “Antonino Caponnetto”, con il patrocinio del Comune di Napoli e dell’Ordine dei Giornalisti della Campania e con il supporto organizzativo dell’Associazione Carabinieri di Napoli-Ovest.
“I giornalisti in pericolo perché minacciati dalle organizzazioni mafiose – ha sottolineato Alfredo Galasso, presidente onorario dell’Associazione Antonino Caponnetto – vanno protetti e ricordo a tutti che le misure di protezione non sono un privilegio come alcuni vogliono far credere. La superficialità con cui si dibatte in alcuni casi sull’opportunità di togliere i servizi di scorta significa non avere cognizione della pericolosità di queste organizzazioni”.
Alla memoria di Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985, in occasione del prossimo anniversario della sua uccisione, l’Ordine dei giornalisti della Campania consegnerà al fratello Paolo Siani il tesserino da professionista che Giancarlo, allora giornalista pubblicista, non è riuscito a conseguire perché freddato sotto casa dalla malavita organizzata.

Ottavio Lucarelli

“Non sarà solo un gesto simbolico – ha spiegato Ottavio Lucarelli, presidente dell’Odg Campania – ma vuole anche essere un monito alla società civile perché troppe volte i giornalisti si ritrovano da soli quando con il loro lavoro quotidiano danno fastidio non solo alla criminalità organizzata ma anche a quella zona grigia in cui si annidano gli intrecci tra malavita e mondo delle professioni”.
Un fenomeno, quello delle minacce e delle intimidazioni verso i giornalisti, che – ha aggiunto Lucarelli – ormai non è una realtà presente solo nelle regioni del Sud in cui storicamente le organizzazioni criminali sono nate e hanno operato ma che si è esteso anche nel resto del Paese. Dal canto suo, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha aggiunto che “come amministrazione comunale siamo vicini a tutti i giornalisti che applicano correttamente l’articolo 21 della Costituzione, perché sono convinto che senza una magistratura autonoma e indipendente e senza un giornalismo altrettanto autonomo e indipendente non c’è democrazia, non c’è Stato di diritto. Bisogna sostenere i giornalisti onesti che altrimenti rischiano di restare soli e bisogna che lo Stato sia loro al fianco con norme non intimidatorie e con la necessaria protezione”.
Infine, “forte preoccupazione” è stata espressa dal segretario dell’Associazione “Antonino Caponnetto”, Elvio Di Cesare, secondo il quale “lo Stato deve proteggere i giornalisti minacciati 24 ore su 24 e arrestare i delinquenti perché questo stato delle cose costituisce un’inciviltà”. (giornalistitalia.it)

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