Confindustria Radio Tv al governo: “Digitalizzazione non può essere uno slogan”

DAB sui telefonini: “Niente rinvii, è illogico”

Franco Siddi, presidente di Confindustria Radio Televisioni

ROMA – «Il processo di sviluppo digitale della radio con introduzione dell’interfaccia DAB sui telefonini non può subire rinvii ulteriori, dopo la data limite del 31 dicembre 2020, ultima scadenza fissata per legge e su cui l’intero sistema radiofonico italiano si è correttamente concentrato, con investimenti, organizzazioni e produzioni, per garantire massima e migliore diffusione digitale verso gli utenti».
È quanto afferma Confindustria Radio Tv che, «tutto il gruppo delle radio associate, esprime forte contrarietà all’emendamento presentato sul DL c.d. “Milleproroghe” (AC 2325), da parte dell’On. Alessia Rotta che intende rinviare ulteriormente tale scadenza. Sarebbe una scelta ingiusta e illogica, contraria all’innovazione. Andrebbe, inoltre, nella direzione opposta agli impegni assunti del Governo per lo sviluppo della digitalizzazione, anche nel rispetto delle direttive e alle migliori e più convenienti pratiche europee».
«L’emendamento attualmente risulta accantonato – fa notare Confindustria Radio Tv – ma deve essere ritirato e per questo rivolgiamo un vivo appello al Ministro dello Sviluppo Economico, all’intero Governo e al Parlamento, affinché si confermi quanto già deciso con la legge 32/2019 (ex decreto sblocca cantieri), sulla cui base sono stati programmati investimenti e interventi e attività organizzative, tecniche e produttive delle imprese per la digitalizzazione della radio e per un corretto orientamento dei consumatori. Diversamente non solo si danneggerebbe la radiofonia e non solo verrebbe spiazzato il mercato già indirizzato dalla legge, ma sarebbero puniti coloro che credono su quanto le leggi prescrivono».
Confindustria Radio Tv ritiene, infine, che «rimandare ulteriormente lo sbarco del DAB+ radiofonico sui terminali di telefonia mobile creerebbe un problema organizzativo, produttivo e di mercato non indifferente, per giunta ad un mese dall’entrata in vigore dell’obbligo di vendita ai consumatori dei device DAB+. Altrettanto danno ci sarebbe per la libertà di scelta dei consumatori, a causa di un ulteriore prolungamento dell’uso irragionevole e non pianificato delle radiofrequenze. “Digitalizzazione” non può essere uno slogan». (giornalistitalia.it)

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