REGGIO CALABRIA – “Sciascia l’aveva previsto che in assenza di un’adeguata cultura democratica l’antimafia sarebbe diventata peggio della mafia, ragionando secondo la stessa logica di sopraffazione ma potendo servirsi dei poteri delle istituzioni”. Si stenta a credere, ma è il commento – postato su Facebook – di Eduardo Lamberti Castronuovo all’indagine aperta nei suoi confronti dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.
Indagato nella qualità di sindaco di San Procopio per calunnia aggravata dalle modalità mafiose nei confronti del giornalista Michele Inserra, caposervizio della redazione di Reggio Calabria de “Il Quotidiano”, dall’assessore alla legalità della Provincia di Reggio Calabria ci si aspettava, quantomeno, una dichiarazione, magari di “comprensibile sconcerto e grande amarezza”, ma comunque di “piena fiducia nella giustizia”.
Successivamente, sentito dall’agenzia di stampa “LaPresse”, Lamberti Castronuovo ha minacciato che “se non si chiarirà subito la vicenda io lascerò Reggio, chiudendo l’istituto di analisi cliniche, Reggio Tv e lasciando ogni carica”.
La reazione all’indagine della Dda di Reggio Calabria per calunnia al giornalista