ROMA – Alla vigilia della chiusura della Fieg e della Fnsi, esattamente il 6 agosto, con singolare tempistica mentre si stava chiudendo in Parlamento il processo legislativo che mette un punto fermo sui prepensionamenti, la società editrice del quotidiano Il Messaggero ha inviato al sindacato, per il tramite della Federazione degli Editori, un nuovo piano di crisi che prevede, tra l’altro, la chiusura di tre redazioni: due nelle Marche (Ascoli Piceno e Pesaro, che saranno accorpate ad Ancona) ed una in Abruzzo (L’Aquila, accorpata a Pescara). Previsti accorpamenti anche nella redazione centrale, tra cui il Vaticano con gli Interni ed Esteri
Sarebbe il terzo piano di tagli dell’occupazione giornalistica in pochi anni, visto che ora si ipotizzano 36 prepensionamenti nel periodo 1 settembre 2014-31 agosto 2016. Il saldo negativo sarebbe di 24 unità, perché per la prima volta l’editore deve fare i conti con le nuove regole del decreto Lotti, convertito in legge, che impone l’assunzione di 3 nuovi giornalisti ogni 10 uscite, pertanto l’ingresso di 12 nuovi giornalisti. Ma gli editori debbono sapere che il decreto Lotti non è un pozzo senza fondo né un bancomat privato. Su questo nuovo piano dovranno essere fatte verifiche rigorose nelle sedi deputate.
La Fnsi, nella stessa giornata in cui ha ricevuto la notifica del Piano, ha risposto alla Fieg dichiarando di considerare singolare la presentazione del Piano di interventi de Il Messaggero in queste circostanze e di non potere, allo stato, prenderlo in carico. La Fnsi ha reso altresì noto che, alla ripresa dopo la pausa, farà il punto con il Cdr e con la redazione del Messaggero – con la quale agisce in piena solidarietà – e informerà e sentirà prima ogni organismo competente per valutazioni rigorose al riguardo.
36 uscite e chiusura delle redazioni di Ascoli, Pesaro e L’Aquila. La Fnsi dice no