ROMA – Questi ultimi dieci anni ci hanno incarogniti e imbruttiti. Ci ritroviamo più poveri, stanchi e pieni di rancore. La sfiducia regna sovrana. Siamo diventati malmostosi, ci siamo incattiviti e imbarbariti. Da chissà quale abisso antropologico è venuta fuori una ferinità che neppure sapevamo di avere.
Siamo davvero diventati così? Siamo quelli che augurano buon appetito ai pesci quando un barcone carico di migranti affonda nel Mediterraneo? O siamo invece i pescatori che virano la prua dei loro pescherecci e salvano i disgraziati finiti in acqua, perché è quello che va fatto, e poi si vede?
Franco Di Mare (Napoli, 28 luglio 1955)
da “Sarò franco”