Redazione in sciopero contro “tagli senza prospettive”. Fnsi e Rai Liguria: “Siamo con voi”

Il Secolo XIX: via le firme e domani niente giornale

GENOVA – Redazione de Il Secolo XIX in sciopero oggi, mercoledì 20 novembre, e niente giornale in edicola domani, giovedì 21 novembre. Allo stesso modo, non sarà aggiornato il sito. Lo comunica il Cdr del quotidiano del Gruppo editoriale Gnn (la divisione di Gedi che riunisce Il Secolo XIX, La Stampa, Il Tirreno ed altri 12 quotidiani locali), che spiega le ragioni della protesta, l’ennesima: «Con questo sciopero vogliamo accendere un faro sull’inaccettabile piano di ristrutturazione del lavoro poligrafico che riguarda Gnn, controllata del gruppo Gedi. Un piano che prevede 121 esuberi a livello nazionale e 27 esuberi su 38 lavoratori poligrafici al Decimonono, oltre che l’accentramento del lavoro grafico su Torino. Insieme alla preoccupazione per il posto di lavoro di colleghi con cui collaboriamo ogni giorno, temiamo che le ricadute di questo piano sul lavoro giornalistico, sull’autonomia e sulla qualità de Il Secolo XIX siano pesantissime e le prospettive per l’unico quotidiano ligure più che mai incerte».
«L’azienda – incalza il Comitato di redazione – si affida ancora una volta solo a tagli del costo del lavoro, senza prospettive, come unica risposta alla crisi del mercato. E penalizza una testata che è la voce di Genova e della Liguria da oltre 130 anni e che ha già affrontato un durissimo piano di risanamento dei conti negli ultimi sei anni, con sacrifici da parte di giornalisti e poligrafici: solidarietà e cassa integrazione. Tutto questo accade oggi nel principale gruppo editoriale italiano, Gedi. Di fronte alle richieste della redazione di rivedere le ricadute di questo piano per la Liguria, l’azienda non ha fatto passi indietro».
«Chiediamo rispetto per i lavoratori di questo quotidiano – prosegue il Cdr – che fornisce a tutto il gruppo Gnn contenuti e contributi di qualità. Ma anche per un territorio che ha subito eventi tragici e crisi occupazionali e non vuole vedere affievolire la luce del suo giornale». Alla luce di tutto ciò, oggi, mercoledì 20 novembre, Il Secolo XIX, è, come ieri, in edicola senza le firme dei suoi giornalisti: gli articoli firmati, compresi quelli che appariranno nella giornata di protesta su alcune sezioni del web, – spiega il Cdr – sono dei colleghi di altre testate del gruppo Gnn.

TGR LIGURIA, IL CDR: «COSI’ SI RIDUCE LA LIBERTA’ DI STAMPA»

La redazione Rai della Tgr Liguria desidera esprimere «solidarietà e vicinanza ai lavoratori del Secolo XIX, ai colleghi giornalisti che hanno intrapreso una nuova azione di protesta, togliendo la firma ai propri articoli, al proprio lavoro. Il gruppo Gedi News Network ha deciso di tagliare 27 poligrafici in Liguria, 121 in tutta Italia. Si danneggiano gli ultimi giornali in grado di raccontare con professionalità e indipendenza i territori. Si riduce la libertà di stampa».
«Da oltre un decennio – sottolinea il Cdr della testata giornalistica regionale Rai – si attendono risposte dagli editori, in Italia incapaci di uscire dalla crisi se non colpendo i propri dipendenti. Lo fanno anche seguendo le politiche dei governi che invece di difendere la stampa e la Costituzione vanno in direzione opposta tagliando i sostegni alle voci grandi e piccole di giornali, agenzie, radio e cancellando il contributo che ogni testata ha dato e continua a dare alla nostra democrazia. Oggi non ci sono i nomi sugli articoli del Decimonono, domani non ci saranno neanche gli articoli».

FNSI: «NON SI AFFRONTA LA CRISI TAGLIANDO IL COSTO DEL LAVORO» 

Al fianco dei giornalisti anche la Federazione nazionale della Stampa italiana, che «esprime solidarietà ai colleghi in sciopero e condivide la preoccupazione della redazione per le possibili ricadute del piano aziendale sul lavoro giornalistico, sull’autonomia e sulla qualità dell’informazione dell’unico quotidiano ligure».
«D’intesa con il Cdr, la Fnsi ritiene che la crisi del settore non possa essere affrontata unicamente tagliando il costo del lavoro, ma che si rendano necessari – ribadisce il sindaco dei giornalisti – investimenti mirati su nuovi prodotti e sull’ammodernamento della rete di diffusione e di vendita». (giornalistitalia.it)

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