Presidente dell’Aie per 3 mandati, innamorato del lago d’Orta, aveva 70 anni

Addio a Marco Polillo, editore e scrittore di gialli

Marco Polillo

MILANO – Lutto nel mondo dell’editoria. A 70 anni, appena compiuti, è morto Marco Polillo. Aveva la vocazione per i libri: da stampare, da offrire al pubblico e da scrivere personalmente.
Era diventato una firma apprezzabile di racconti gialli e thriller (un po’ noir e un po’ psicologici) rigorosamente ambientati sulle sponde del lago d’Orta.
Lì, il vice-commissario Enea Zottìa andava inseguendo quadri che comparivano e scomparivano o tentava di venire a capo di delitti apparentemente improbabili. Uno dopo l’altro, aveva inanellato una dozzina di pubblicazioni sul “Testimone invisibile”, alla ricerca di un “Corpo morto”, guardando dal “Pontile sul lago” o girovagando per la “Villa tre pini”. Per questo, quell’angolo di Piemonte dove la provincia di Novara incontra il Cusio, si ritrova ad essere – culturalmente – un po’ più povera.
Marco Polillo era nato a Milano nel 1949 occupandosi, dopo gli studi, di pubblicazioni editoriali. Col tempo, è stato consigliere di amministrazione della Sansoni, Mach2, Neri Pozza. Poi, per pubblicare libri, ha fondato una sua società che, senza inventarsi bizzarre etichette, ha battezzato col suo nome: Marco Polillo Editrice.
Era apprezzato per la sua personale sobrietà, per la competenza in un settore sempre a rischio di crisi e per l’equilibrio che dimostrava nell’affrontare questioni anche delicate.
Per questo, fra il 2009 e il 2015, è stato per tre mandati presidente dell’associazione editori Aie. Ruolo, questo, che gli ha consentito di prendere parte al Consiglio d’amministrazione del Salone del Libro di Torino e, quando la kermesse dei libri si è spezzata in due, spostandosi per metà a Milano, anche al nuovo Consiglio direttivo.
Non a caso, fra i primi a ricordarlo, è il promotore della Fiera del libro di Milano, Ricardo Franco Levi.
«Perdiamo un gentiluomo – commenta, commosso, Levi –, un grande presidente dell’Associazione editori che, da sempre, è stata la sua seconda casa. A Roma, quando abbiamo festeggiato i 150 anni della nascita del nostro istituto, ospiti della Presidenza della repubblica, non ha voluto mancare all’appuntamento».
Marco Polillo stava già male anche se la malattia non sembrava così aggressiva. Poi l’aggravarsi improvviso. Per sua specifica volontà la notizia della scomparsa è stata data dopo i funerali, che si sono svolti a Milano. (giornalistitalia.it)

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