La giornalista si è spenta a Roma all’età di 63 anni per una brutta malattia

Addio Paola Barbetti, una vita all’Ansa

Paola Barbetti

ROMA – Una brutta malattia ha strappato alla vita la giornalista Paola Barbetti. È morta al Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma all’età di 63 anni. Dal 1° gennaio dello scorso anno era in pensione dopo 27 anni di servizio all’agenzia di stampa Ansa.
Nata a Jesi, in provincia di Ancona, il 23 maggio 1956, era giornalista professionista iscritta all’Ordine del Lazio dal 25 febbraio 1992. Assunta dall’Ansa come praticante il 1° marzo 1990, vi ha lavorato fino al 31 dicembre 2017, prima alla redazione Affari Sociali e poi in quella Economico-Finanziaria.
Colta e professionale, era profondamente innamorata del giornalismo, che ha sempre svolto con passione e competenza. Amici e colleghi la ricordano come garbata, riservata, ma soprattutto allegra e sorridente e mai sopra le righe. 
Lascia il marito Dario Evola e la figlia Angelica. I funerali saranno celebrati nei prossimi giorni in Sicilia, la terra di origine del marito di cui era innamorata e nella quale aveva da tempo deciso di compiere l’ultimo viaggio.
Profondo cordoglio viene espresso da Sabrina Talarico, presidente del Gist, a nome di tutto il Consiglio direttivo del Gruppo di specializzazione della stampa turistica: “Paola Barbetti ci hai lasciato. Proprio non ce l’aspettavamo. Le cose migliori e le peggiori accadono proprio così, in modo inatteso. Chi del Gist ti ha conosciuta (molti di noi durante il viaggio in Uzbekistan) conserva un bellissimo ricordo di te, della tua professionalità, cortesia e sensibilità”.
Toccante il ricordo della sua amica e collega dell’Ansa, Anna Danese: “Cara Paola, che affronto, la morte, alla tua piena bellezza. Mi vengono in mente in questi momenti di doloroso stupore, i rossetti perenni sulle tue labbra, la tua voce golosa, la tua ironia e la tua malinconia. Il modo in cui ti concentravi sulla tastiera del computer. La tua eleganza, la raffinatezza della tua mente, quel distacco emotivo forse coltivato, i tuoi cappelli, il tuo corpo da eterna adolescente, la tua libertà spavalda, la nostra complicità. Eri la mia Paloma Picasso, la piccola, talvolta algida, dea. Giornalista curiosa e poliedrica, colta, seria, resti però nel mio cuore come donna, una donna che ho ammirato e invidiato. Mi dispiace tanto, Paola carissima, vittima di uno sgarbo inaccettabile. Non si disturbano donne seducenti come te. Ti penso con infinito affetto. Ciao, piccola dea”. (giornalistitalia.it)

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