Andrea Ferro fa la diretta per Radio 24 e Trenitalia gli contesta le foto scattate

Treno in ritardo: giornalista identificato

Il giornalista Andrea Ferro (nel riquadro) identificato da Trenitalia per le foto scattate

GENOVA – “C’è sempre una prima volta e ora anche le ferrovie fanno i pm, i poliziotti, gli inquirenti, meno che fare …correre i treni”. Lo denunciano l’Ordine dei Giornalisti della Liguria e l’associazione ligure dei giornalisti denunciando il caso di “Andrea Ferro, collega genovese oggi a Radio24 dopo avere lavorato al Corriere Mercantile”, che “ha fatto la diretta sull’ennesimo guaio ai trasporti ferroviari”, il ritardo di 4 ore, ieri, dell’intercity Genova-Milano. “Risultato? È stato identificato, come racconta la Repubblica, dal capotreno su richiesta di Ferrovie. Non era mai successo, meglio non era ancora successo. La solidarietà ad Andrea è ovvia con una considerazione, un poco ironica: la sua cronaca è stata puntuale e senza un minuto di ritardo”.
“Fin dal primo guasto il personale di bordo è venuto a dirmi che non potevo scattare le foto della riparazione. Alla fine, quando finalmente eravamo in vista dell’arrivo, il capotreno è venuto a chiedermi il biglietto e i documenti per identificarmi, spiegando che aveva avuto indicazioni dalla sala operativa delle Ferrovie”.
Andrea Ferro, giornalista di Radio24, la radio de Il Sole 24 Ore, racconta la difficoltà a fare il cronista durante il viaggio da incubo capitato ieri a lui e ad altre centinaia di passeggeri sull’Intercity che ha accumulato 4 ore di ritardo tra Genova e Milano per due guasti. Il capotreno ha anche denunciato una aggressione da parte di un passeggero.
“Io ho raccontato quanto accadeva e il grave disagio per i passeggeri ma evidentemente per le Ferrovie il problema non erano le 4 ore di ritardo ma ero diventato io” spiega ancora Ferro che in queste settimane conduce su Radio24 il programma radiofonico “Effetto notte estate”.
“Non so se il capotreno avesse nel frattempo ricevuto segnalazioni sul fatto che qualcuno dava notizie in tempo reale sui guasti e sul ritardo. Quando mi ha visto fare delle foto – racconta il giornalista – mi ha chiesto spiegazioni. Poi mi ha detto che avrebbe chiamato la polizia. Si è appellato al regolamento”. “Quando la situazione si è un pò normalizzata – ha spiegato ancora il giornalista genovese – mi sono venuti a cercare e mi hanno chiesto il biglietto. Ho mostrato l’abbonamento, ma al capotreno non è bastato ed ha voluto vedere anche i miei documenti. Me lo hanno chiesto dalla sala operativa”, ha spiegato. (ansa)

 

 

 

 

 

Un commento

  1. Il Capotreno si riferiva al Regio decreto n.250 del 15 giugno 1905 che istituiva l’“Amministrazione autonoma delle Ferrovie dello Stato” o a quello del periodo fascista quando, nel 1924, venne costituito il Ministero delle Comunicazioni e il Ministro divenne il capo delle FS?

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