ROMA – Il mondo del vino gira pagina. Il critico rivoluzionario Usa Robert Parker si ritira. A 71 anni il wine expert che con il suo giudizio ha segnato le fortune di molte cantine, e tra queste una nutrita schiera di etichette italiane oltre che della California e di Bordeaux, sceglie formalmente il crepuscolo dopo oltre 50 anni di giudizi su una scala di 100 punti e recensioni nel mondo di Bacco.
“È giunto il momento per me di rinunciare a tutte le responsabilità editoriali e di board al Robert Parker Wine Advocate” ha annunciato l’esperto americano capace di portare, con una sua valutazione oltre i 93 punti, un vino appena uscito di cantina nel gotha delle etichette più pagate al mondo. La sua creatura, The Wine Advocate, era già passata di mano, prima a un fondo di Singapore e poi nel 2017 al gruppo Michelin che, dopo il vascello, ora prende anche il timone.
Nato a Baltimora, nel Maryland dove si è laureato, Parker ha mosso i primi passi in campo enologico nel 1967 con esperienze di enoturismo in Francia con la futura moglie, Patricia. Per poi lanciarsi nel 1975 nella cura di una guida indipendente, per orientare il consumatore.
Tre anni più tardi nasce “The Wine Advocate”, l’autorevole rivista bimestrale che è passata dai 600 lettori abbonati del 1978 agli attuali 50.000 “fedelissimi”, distribuita negli Usa in ogni Stato federale e in 37 Paesi. Dal 2002 è online il sito con vetrine e-commerce.
“La svolta per Parker – ricorda Federvini – risale al 1983 con le recensioni sull’annata bordolese del 1982. Un millesimo che in prima istanza fu ritenuto da molti critici mediocre con una produzione etichettata come eccessivamente matura e con vini che avrebbero avuto difficoltà a invecchiare. Parker invece fin dall’inizio ne parlò in termini entusiastici. E in effetti il tempo diede ragione a Parker”.
Parker si ricorda nella biografia come l’unico esperto del vino premiato da due presidenti della Repubblica con le massime onorificenze in Francia e in Italia: dapprima la Legione d’Onore e poi l’Ordine nazionale al Merito per i suoi contributi nel riconoscere la qualità del vino italiano oltre ai suoi sforzi educativi riguardanti il Vigneto Italia.
“Parker è stato di gran lunga il critico più influente e incisivo della storia, ha inventato letteralmente un modo per valutare e comunicare la materia ed è stato, in breve, il migliore di tutti” scrive oggi Daniele Cernilli, la nostra prima firma (DoctorWine) nella critica enologica nel ricordare di Parker i “modi laici e pragmatici, da guru involontario. Da chi sa essere potente senza farlo pesare”.
Per Federvini “il contributo di Parker all’innalzamento significativo della scrittura critica e obiettiva sul vino e sulla qualità del vino non può essere sottovalutato”, ma guardando al futuro “oltre ad essere la Bibbia del fine dining, oggi Michelin ha la più autorevole voce in capitolo anche sui vini”. (ansa)
È stato il più influente e incisivo della storia nel decretare le fortune delle cantine