Il sottosegretario conferma che non sarà rinnovata la convenzione a Radio Radicale

Crimi: “Restano i contributi alle testate locali”

Vito Crimi, sottosegretario all’Editoria

ROMA – «La riduzione del finanziamento pubblico all’editoria è avvenuta con gradualità e con uno zoccolo che non è stato toccato di 500mila euro di contributo. Sulle testate minori più  bisognose, per almeno tre anni, non ci sarà alcuna riduzione di contributo». Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Vito Crimi, nel corso dell’audizione in Commissione di Vigilanza, sottolineando che “numeri alla mano, per almeno tre anni  l’editoria locale non avrà alcuna riduzione di contributi”.
Crimi ha, invece, confermato che non ci sarà la proroga della convenzione a Radio Radicale. “Ritengo come Governo che non debba prorogarsi la convenzione con Radio Radicale” ha detto, infatti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, nel corso dell’audizione in Commissione di Vigilanza.
“A dicembre – ha ricordato Crimi – avevamo proposto un rinnovo per un anno a 5 milioni euro anziché a 10, perché le tecnologie oggi consentono di ridurre determinati costi e Radio Radicale si affida alle tecnologie.  Non solo – aggiunge – alcune delle attività svolte dall’emittente, di cui voi stessi avete ribadito l’importanza, non sono oggetto della  convenzione. Quindi o abbiamo pagato troppo la convenzione o Radio  Radicale ha svolto delle attività non in convenzione utilizzando i soldi della convenzione”. (adnkronos)
“Dal 1994 a oggi – ha aggiunto Crimi – nessuno si è preso la briga di cambiare quella convenzione, forse per paura di fare la gara, non so. Se la nostra proposta fosse stata accolta, oggi non ci saremmo trovati in questa condizione”.
“Non tutti tra l’altro ricordano – ha concluso Crimi – che la convenzione di Radio Radicale è frutto di un bando di gara fatto nel 1994 in forza di un decreto legge, non convertito ma rinnovato immediatamente dopo, identico, cosa abbastanza inusuale dal punto di vista costituzionale; quel secondo decreto è decaduto ed è stato reiterato, e alla fine è stato reiterato 17 volte”. (agi)

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