Un gruppo di ex giornalisti e poligrafici scrive a Pessina: “Ceda la testata a Santoro”

Appello per l’Unità: “Il Pd ammetta l’errore”

ROMA – «Si torna a parlare del quotidiano l’Unità, a due anni dall’ultima uscita in edicola. Succede grazie a un’iniziativa del giornalista Michele Santoro, che ha avanzato la proposta di acquistare la testata dal gruppo Pessina, cui era stata ceduta – in modo discutibile da vari punti di vista – col placet del Pd renziano».
Appreso dell’interessamento all’acquisto dell’Unità, annunciato da Michele Santoro, un gruppo di ex giornalisti e poligrafici dell’ex organo ufficiale del Pci lancia un appello alla proprietà affinché la testata venga venduta al conduttore televisivo.

Michele Santoro

«È una buona notizia – affermano giornalisti e poligrafici – per i lavoratori ancora in cassa integrazione e per quelli – numerosi – che sono rimasti senza ammortizzatori sociali dopo la chiusura nel luglio 2014; è una buona notizia per la sinistra democratica, che ha bisogno di rinascere forte e credibile. Forse si sta aprendo un’epoca che può portare al rilancio del giornale fondato nel 1924 da Antonio Gramsci; un’epoca in grado di garantire anche il recupero del suo prezioso archivio, che raccoglie la memoria della sinistra italiana, reso inaccessibile per lungo tempo a chiunque».
«Noi – è scritto nella lettera aperta a Pessina – siamo alcuni dei giornalisti e dei poligrafici che, in tempi diversi, hanno lavorato all’Unità. Non possiamo che guardare con favore all’iniziativa di Santoro. Perché pensiamo che chi fa riferimento alla sinistra democratica (lo sottolineiamo: la questione non riguarda soltanto il Pd, ma tutta la sinistra) abbia bisogno, oggi più che mai, di una testata con una missione molto semplice, sebbene tutt’altro che facile, da compiere: interpretare il bisogno e la richiesta di informazione e di approfondimento da parte di un’area politica e culturale che oggi appare divisa, delusa, smarrita.

Massimo Pessina

Siamo certi che l’Unità – puntando su tutti i mezzi a disposizione per “fare informazione” – possa assumere questo ruolo: forte del suo patrimonio di professionalità, orgogliosa della sua collocazione politica e sociale, capace davvero di dire “qualcosa di sinistra”. Ruolo che potrà assumere se non sarà costretta ancora a essere il megafono di un gruppo di potere o di una segreteria di partito».
«Il Pd, dal canto suo, dovrebbe finalmente ammettere – sottolineano gli ex giornalisti e poligrafici – le proprie responsabilità rispetto alla sconsiderata dismissione del giornale. Di certo non occorre più un partito-editore. Serve un partito solidale, aperto, al passo con i tempi, che non ostacoli e mortifichi un auspicabile rilancio de l’Unità. Non solo: dovrebbe garantire il suo contributo per “dissequestrare” la testata, oggi in mano a un gruppo imprenditoriale che ha altri interessi. Il rilancio de l’Unità è comunque una sfida che noi condividiamo con fiducia».
La raccolta di firme, aperta a tutti, è ancora in corso. Per aderire, scrivere a: ​appelloxlunita@gmail.com (giornalistitalia.it)

 

 

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