Azienda fallita “senza un piano industriale, né aver regolarizzato contributi e cococo”

Tvn, l’editore si libera dei “giornalisti costosi”

MILANO – In data 17 gennaio Tvn srl, editore di Pubblicità Italia, Today Pubblicità Italia, Advertiser e MyMarketing, è stata dichiarata fallita. «Dopo qualche tentativo di realizzare un affitto, – spiegano i giornalisti del gruppo – il curatore fallimentare ha comunicato nei giorni scorsi al fiduciario che a breve riceveremo le raccomandate di licenziamento e le testate andranno all’asta».
Tvn srl (con amministratore unico Guerino Moffa) aveva acquistato da Reed Business Information le testate Pubblicità Italia, Today Pubblicità Italia e Advertiser nove anni fa (MyMarketing era invece nata al suo interno alcuni anni prima).
«Nei nove anni trascorsi, – incalzano i giornalisti – l’azienda non è mai stata in grado di presentarci un piano industriale, nonostante le numerose richieste. Così come numerose sono state le richieste di regolarizzazione dei giornalisti co.co.co, che svolgevano a tutti gli effetti lavoro subordinato. Richieste che nel dicembre 2014 hanno portato, grazie all’intervento della Fnsi e dell’Alg, rappresentate rispettivamente da Guido Besana e Beppe Ceccato, alla stipula di un accordo che prevedeva l’assunzione di 3 co.co.co. a fronte dell’apertura della solidarietà per gli altri giornalisti assunti (all’epoca sei). Tutto ciò non si è mai potuto realizzare, perché l’azienda aveva registrato in maniera scorretta le testate, non pagando il contributo che ci avrebbe dato accesso alla solidarietà (e oggi alla cassa integrazione)».
«Più volte – ribadiscono i giornalisti di Tvn – è stata chiesta anche questa correzione, ricevendone sempre come risposta “provvederemo…”. Più volte è stata chiesta anche la regolarizzazione del pagamento dei contributi, ottenendone in cambio sempre promesse, ma a oggi per i lavoratori parasubordinati permangono buchi nella storia contributiva (sebbene dalle buste paga le cifre venissero regolarmente trattenute). Nonostante tutto (e nonostante anche i ritardi nei pagamenti degli stipendi), le redazioni, a oggi composte da 4 giornalisti assunti e 4 co.co.co, hanno sempre lavorato con dedizione e puntualità, assicurando l’uscita di prodotti interessanti per il mercato di riferimento, tanto che, come sempre dichiarato dal direttore commerciale, la raccolta pubblicitaria si è mantenuta sostanzialmente in pareggio, salvo qualche variazione negli anni più intensi della crisi».
«Si insinua in noi – chiosano i giornalisti – il sospetto che grazie al fallimento l’editore potrà liberarsi del fardello dei “giornalisti costosi” (come ci ha sempre definiti) e ripartire con una nuova avventura editoriale con manodopera a basso costo. Ci auguriamo che il mercato sia pronto a non avallare questo atto e a non favorire mosse spregiudicate che inquinano il mondo della comunicazione e dell’editoria. Ci auguriamo inoltre che il sindacato vigili su eventuali riaperture fittizie e tuteli i lavoratori che, inconsapevolmente, dovessero finire in questa rete di false promesse».
Solidarietà ai colleghi di Tvn che manifestano la loro preoccupazione per il destino futuro della loro testata e dei loro posti di lavoro arriva dall’Associazione Lombarda dei Giornalisti: «Il sindacato – anticipa l’Alg – vigilerà affinché i timori ventilati dai colleghi (il fallimento quale strada per il rilancio dell’attività da parte dello stesso editore una volta liberatosi dal fardello dei “giornalisti costosi”) non si traducano in triste realtà». (giornalistitalia.it)

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