ROMA – Il governo giapponese ha ordinato al giornalista Kosuke Tsuneoka di consegnare il suo passaporto per impedirgli di andare in Yemen. Si tratta di una decisione destinata a sollevare polemiche, perché riapre una questione spinosa: se, cioè, il governo possa impedire ad un cronista di recarsi in una zona di guerra dopo il rapimento di un giornalista nipponico in Siria lo scorso anno, poi rilasciato.
Tsuneoka, 49 anni, ha detto ai media nipponici che i responsabili dell’immigrazione l’hanno fermato all’aeroporto di Haneda-Tokyo il 2 febbraio e gli hanno ordinato di consegnare il passaporto. Il ministro degli Esteri Taro Kono ieri ha confermato che il governo ha emesso un ordine del genere nei confronti “di un cittadino maschio giapponese” all’aeroporto di Haneda. Kono ha chiarito che il giornalista ha diritto di presentare ricorso legale nei confronti del provvedimento. «Vorrei esprimere il mio massimo rispetto per i giornalisti che lavorano in zone pericolose», ha inoltre detto il ministro, non fornendo ulteriori dettagli.
Tsuneoka stava per recarsi in Yemen via Qatar e Sudan. La decisione di fermarlo si collega al clima abbastanza controverso in Giappone rispetto ai casi di rapimenti di giornalisti e cittadini nipponici in Medio Oriente. Lo stesso giornalista aveva già tentato di visitare lo Yemen, ma era stato fermato in Oman ed espulso. Nell’ottobre scorso il giornalista freelance Junpei Yasuda è stato rilasciato dopo un rapimento in Siria durato tre anni.
Nel 2015 il governo di Tokyo aveva confiscato il passaporto del fotografo Yuichi Sugimoto, che intendeva andare in Siria, per poi ricevere un passaporto speciale che gli impedisce di andare in Siria e Iraq. La decisione fu presa in seguito all’assassinio del corrispondente di guerra Kenji Goto e del suo associato Haruna Yokawa da parte degli estremisti islamici in Siria. (askanews)
Passaporto ritirato a Kosuke Tsuneoka dopo i casi di rapimenti in Medio Oriente