GATTINARA (Vercelli) – «La popolarità di Putin è in picchiata». Lo rivela la giornalista Anna Zafesova, oggi editorialista del Foglio e della Stampa, dopo esserne stata la corrispondente da Mosca.
«Il presidente della Russia – precisa la Zafesova, ospite dei Rotary di Gattinara, Valesesia e Biella – tocca il minimo storico, circa 33 per cento. Per i Paesi europei è sempre tanto. Per Conte, Merkel e Macron sarebbe un risultato soddisfacente ma per chi è abituato al 70 per cento di consensi è davvero poca cosa».
Questi commenti vengono dalla voce più autorevole per le questioni degli Stati dell’ex Unione Sovietica. La Zafesova conosce nel dettaglio il mondo dell’Europa orientale, facilitata dagli studi di politica economica, dall’essere perfettamente bilingue e quindi di poter accedere direttamente alle fonti e di darle la giusta chiave di lettura.
Più o meno da vent’anni, Putin e la Russia sono un binomio insostituibile al punto che gli sono stati attribuiti dei poteri magici: la capacità di determinare i risultato delle elezioni americane, di aver creato Salvini e Di Maio e di manovrare i gilet gialli. Dunque, si tratta di un supereroe. Non è cosi.
I sondaggi vedono il presidente Russo in netto calo per il malcontento generale dovuto principalmente all’economia. Il crollo del prezzo del petrolio ha determinato una regressione delle entrate di denaro e di conseguenza un peggioramento dello stile di vita dei cittadini russi.
Gli ultimi rilievi Istat hanno certificato che i poveri sono quasi raddoppiati arrivando a toccare i 30 milioni. Altrettanti poco al di sopra. Gli uni vivono con un dollaro e mezzo al giorno. Gli altri superano di poco i 2 e mezzo. Contrasto insopportabile, esiste una nomenclatura di super ricchi per i guadagni che ottengono dalle concessioni dello Stato che ostentano un’abbondanza esagerata.
L’ultima decisione del governo è stata la riforma sull’età pensionabile: le donne a 60 anni e gli uomini a 65. La legge andava effettivamente cambiata ma a indispettire i cittadini è stato il modo con cui è stata approvata. Quasi di nascosto, senza comunicazioni e con scarsissima trasparenza.
Il risultato è che la riforma (molto simile a quelle europee) va a colpire le classi più povere.
«Sembra – è il parere di Anna Zafesova – che il tempo di Putin sia arrivato alla fine anche perché, alle prossime elezioni, non è candidabile. Si stanno studiando delle alchimie per creare dei “consigli di reggenza” in modo da mantenere comunque il potere. Tuttavia il “dopo Putin” è incerto. Non esiste una classe politica che possa sostituirlo. Il richiamo al passato è una nostalgia fortissima ma quell’epoca non può tornare. Perciò, il futuro è disegnato con un grande vuoto e un immenso punto interrogativo». (giornalistitalia.it)