Giovedì 17 a Roma una conferenza stampa “per diritti umani e libertà di stampa”

Migrare e Fnsi insieme per la Somalia

Shukri Said, portavoce dell‘Associazione Migrare

Shukri Said, portavoce dell‘Associazione Migrare

ROMA – “Quello che è successo tre anni fa in Somalia potrebbe ripetersi con maggiore drammaticità. Allora la carestia uccise 250 mila persone tra giovani, donne e bambini. Oggi (secondo i dati Onu) potrebbe essere peggio, se già 2 milioni di somali vivono sotto il livello di sicurezza alimentare, 850 mila sono in emergenza e 50 mila bambini malnutriti rischiano la vita”.
A dirlo è l’Associazione Migrare che, in collaborazione con la Federazione Nazionale della Stampa, ha organizzato, per giovedì prossimo, 17 luglio, alle ore 11.30 nella sede della Fnsi – Corso Vittorio Emanuele II, 349 Roma -,  una conferenza stampa dal titolo “Somalia: appello internazionale contro una nuova carestia. A rischio milioni di vittime. Per diritti umani e libertà di stampa”. Parteciperanno il viceministro degli Esteri, Lapo Pistelli, e parlamentari delle Commissioni Esteri di Camera e Senato.
“Nonostante la drammatica situazione in cui versa la popolazione somala, – fa notare, ancora, l’Associazione Migrare – dei quasi mille milioni di dollari chiesti dalle Nazioni Unite ne sono arrivati solo 150, mettendo a repentaglio la sopravvivenza della popolazione di quel martoriato Paese, come ha denunciato con forza lo stesso coordinatore umanitario Onu in Somalia, Philippe Lazzarini. La comunità internazionale deve, dunque, prendere sul serio questo appello e mobilitarsi”.
Non è tutto, perché “la presenza in Somalia del gruppo terroristico qaedista di Al Shabab – continua Migrare – impedisce l’arrivo degli aiuti umanitari mentre faticano ad affermarsi i diritti umani e troppo spesso la libertà di stampa è conculcata, come  dimostra anche la recente pesante condanna a tre anni di reclusione a carico di  Yusuf Abdi Gabobe, giornalista ed editore di Haatuf Media Network, e a quattro anni per Ahmed Ali Igeh, capo redattore della rete con la chiusura di due delle testate giornalistiche più autorevoli in Somaliland”.

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