MACERATA – Fa freddo da tagliare la faccia nel seggio di Macerata allestito dal Sigim, il Sindacato dei giornalisti marchigiani, per votare i delegati al XXVIII Congresso della Fnsi. Nascosto in un vicolo buio, un foglietto posticcio avverte che dietro un portone chiaro abbandonato si può votare, la cabina elettorale è stata allestita in mezzo a una stanza spoglia, con i muri scrostati, i fili volanti, un senso di desolazione e l’umidità che riga le pareti di questo vecchio edificio dismesso. È un salto nel Medioevo. Unica nota di progresso, i tre bidoni della raccolta differenziata.
I due scrutatori sono costretti a indossare giubbotto, sciarpa e capello, le mani al caldo nelle tasche per non congelarle, il freddo è pungente al seggio, non ci sono termosifoni, non ci sono mai stati in questo locale vetusto, colpito anche dal terremoto, scelto dal sindacato marchigiano per allestire uno dei cinque seggi.
L’aria è quella di una cella frigorifera, tanto che un collega pensionato chiamato al voto sbotta: “Mi volete far morire!”. La temperatura è sui 9 gradi. Gli scrutatori, due colleghi stupendi, tengono duro e stanno al freddo per nove ore di fila, due giorni consecutivi, attendono i votanti al seggio “sgarrupato” che anche Google Maps ha difficoltà a trovare. Vicolo Consalvi, ultima spiaggia. (giornalistitalia.it)