Il punto al South East Europe Media Forum, a Tirana: “Il coraggio non basta”

Libertà di stampa: nei Balcani è un miraggio

Un momento del SEEMF a Tirana (foto SEEMO)

TIRANA (Albania) – Grandi imprenditori e industriali che concentrano nelle loro mani molti dei media, di solito quelli più diffusi e incisivi sulla formazione dell’opinione pubblica; pluralità di voci fortemente condizionata da pochi finanziamenti pubblici; esercizio della professione influenzata da pressioni esercitate talvolta dagli editori e da lobbies, quando non minacciata dalla criminalità.
È questo lo scenario del giornalismo nell’area dei Balcani Occidentali e all’epoca delle fake news, come delineato nel corso della due-giorni della XII edizione di South East Europe Media Forum (Seemf), appuntamento annuale organizzato da South East Europe Media Organisation (Seemo), Central European Initiative (CEI) e Konrad Adenauer Stiftung (KAS), svoltosi, per il 2018, a Tirana.
La situazione della libertà di stampa e la credibilità dei media, della trasparenza nella proprietà di giornali e televisioni, dell’indipendenza e sussistenza del giornalismo necessitano di lunghi periodi e di radicali riforme perché si possano raggiungere gli standard dell’Unione Europea. Tuttavia, tante sono le coraggiose iniziative indipendenti che, a dispetto di scarsi finanziamenti e pressioni, continuano a sorgere.
Dalle decine di interventi di giornalisti (tra i quali Federazione europea giornalisti, Reporters without Borders,
Ansa, Cbs Italia, European Post) ed esperti o conoscitori dell’area (come Nato StratCom, Intesa Sanpaolo bank Albania ed altri) affiora preoccupazione in alcuni casi, essendo la stampa anche un indicatore degli assetti sociali e delle democrazie.

Il giornalista Jan Kuciak e la fidanzata Martina Kusnirova uccisi, a febbraio, in Slovacchia

Molti relatori hanno citato numerosi episodi di minacce di morte nei confronti di giornalisti e casi di inchieste giornalistiche sulla corruzione o sull’illegittimo uso di fondi pubblici condotte in situazioni di grande pericolo fisico. Anche per questo nell’ambito dei premi conferiti, tutti a reporter coraggiosi, una speciale menzione è andata alla memoria del giornalista slovacco Jan Kuciak, ucciso il 21 febbraio scorso insieme con la fidanzata, Martina Kusnirova.
Se quest’ultimo fenomeno afferisce alla sicurezza, quello degli scarsi fondi pubblici a disposizione viene spesso parzialmente risolto con il ricorso al crowdfunding che però comporta altri tipi di problemi.

IL PRESIDENTE DELL’ALBANIA: «IL GIORNALISMO LIBERO, PILASTRO DELLA DEMOCRAZIA»

Nel suo intervento che ha inaugurato il Forum non a caso il presidente dell’Albania, Ilir Meta, ha parlato di “giornalismo libero e indipendente come uno dei pilastri della democrazia”, criticando le fake news, fenomeno che può essere isolato, scongiurato, solo da un alto “livello professionale del giornalismo”. Attività quest’ultima che può dare un forte contributo nel percorso di crescita avviato proprio nei Balcani Occidentali, nutrendo l’opinione pubblica con due valori, “collaborazione e riconciliazione, evitando la lingua dell’odio”.
C’è poi l’apertura al mercato commerciale, le cui dinamiche sono sempre più complesse. I telespettatori vogliono vedere gli eventi, guardare video (che per le televisioni devono essere girati professionalmente), ha indicato ad esempio Natalia Gumenyuk, responsabile e co-fondatrice della televisione ucraina Hromadske, ma in molti casi i costi della loro realizzazione sono proibitivi.
Diverso e ancora in gran parte da scoprire è il competitivo settore dei social, dove bisogna essere presenti, ma affidandosi alla deontologia, per distinguersi dai tanti che postano notizie nella rete senza averle prima verificate.
«La credibilità – ha sottolineato Adelheid Feilcke, responsabile Western Balkans per la tedesca Deutsche Welle – è oggi più importante che mai», auspicando “solidarietà contro ogni forma di minaccia” e “unione di forze” nel caso di grandi inchieste.
Infine, un aspetto singolare è stato sottolineato da Nico Pitrelli, communication manager di ESOF2020 «La circolazione della conoscenza, in particolare quella scientifica, hanno a che fare sempre di più con la democrazia; nella discussione sulle fake news, sull’indipendenza del giornalismo e sulla cosiddetta post-verità, ha un ruolo cruciale chiedersi qual è il rapporto tra il potere e la conoscenza, come la politica influenza la produzione di conoscenza, come decide di finanziare la ricerca».
L’appuntamento per il XIII Seemf sarà a Zagabria, come hanno annunciato i promotori dell’iniziativa: Oliver Vujovic (Seem), Barbara Fabro (Ince) e Hendrik Sittig (Konrad Adenauer Stiftung). (ansa)

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