ROMA – Un giornale “popolare” che è rimasto coerente con la sua vocazione e la sua storia che inizia nel lontano 1878, centoquaranta anni fa. È il direttore del ‘“Messaggero’”, Virman Cusenza, a delineare l’identikit della testata che giovedì 20 settembre sarà in edicola con un lungo inserto dedicato al suo percorso a Roma e nella storia del Paese.
“È un giornale – ha dichiarato all’Adnkronos – che festeggia i 140 anni all’insegna della coerenza: “Il Messaggero” di oggi è rimasto fedele allo spirito e ai principi con cui ha esordito. Mi riferisco in particolare al fatto che è un giornale popolare che ha la vocazione di mettere Roma al centro di tutto e prima di tutto”.
Il quotidiano di via del Tritone, nelle parole del suo direttore “si batte contro tutto ciò che non funziona nella città e anche nel Paese, è un giornale che aspira ad assumere la funzione di difensore civico. Vogliamo tutelare il lettore/cittadino se è vittima di un diritto calpestato, aiutare a vivere meglio in una città molto complicata come Roma”. Ma non solo.
Di Roma Il Messaggero vuole anche esaltare la missione: “poichè non è solo la capitale ma anche l’anima del nostro paese, difendere Roma significa difendere l’Italia e la sua identità” osserva Cusenza che tra i valori fondanti del giornale indica anche la laicità. “La laicità – afferma il direttore della testata – per noi è un valore assoluto: il che non significa assumere una rigidità o una sorta di opposizione alla Chiesa. Siamo il giornale di Roma e anche il giornale che rappresenta e racconta meglio di tutti il Vaticano”.
“La laicità consiste nel rispettare ruoli e difendere l’idea di stato laico, avere un approccio liberale ai fatti, rappresentare le tante anime che ci sono a Roma”. Ciò detto, non solo “il rapporto con il Vaticano è eccellente, ma – racconta Cusenza – in un incontro recente papa Bergoglio ha tenuto a dirmi che Il Messaggero è il primo giornale che legge al mattino, dicendomi che ci ritrova le cose che gli interessano di più nel modo in cui gli interessano: l’ho trovato un bellissimo complimento”.
La grande tradizione “romana” del giornale non toglie che la sua diffusione sia nazionale: l’area in cui è più diffuso comprende oltre il Lazio, l’Umbria, l’Abruzzo, le Marche fino al Molise. “Praticamente coincide con i confini dello Stato Pontificio”, osserva sorridendo il direttore.
Altro punto di forza l’indipendenza e l’autonomia del giornale, “caratteristiche che sotto la gestione Caltagirone (l’editore che ha acquisito la testata nel 1996 n.d.r.) sono state molto rafforzate”. Il quotidiano “ha mantenuto una sua identità non ascrivibile a nessuna area politica in particolare, ma a una trasversalità che poi ne costituisce la forza”, sottolinea il direttore per il quale, così facendo, Il Messaggero “è tornato coerente con lo spirito delle sue origini”.
“A tale proposito – conclude Cusenza – abbiamo potenziato le inchieste, un approccio che abbiamo esteso e approfondito alla cronaca di Roma, che per noi è il cuore del giornale, e potenziato moltissimo il quotidiano online con una informazione tempestiva e aggiornata sui fatti del giorno”. (adnkronos)
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