ROMA – “Dopo quello che ho visto, stamattina, mi sono convinto ancora di più a firmare il contratto nazionale di lavoro giornalistico Fieg-Fnsi per il quale avevo sospeso il mio voto”. Camillo Galba, componente della Giunta Esecutiva Fnsi eletto in Emilia Romagna, nella quale è stato per due mandati presidente dell’Associazione regionale di Stampa, scioglie, così, le sue riserve annunciando la firma numero 9 al contratto contro 3 contrari e 2 astenuti.
Galba ha annunciato la sua decisione, ieri sera, al Dipartimento Sindacale della Fnsi riunitosi dopo quella che, anche oggi in Commissione Contratto, il segretario generale Franco Siddi ha definito “l’indecente aggressione subita dalla Fnsi da parte dei facinorosi gruppettari che hanno partecipato a quella che era stata strombazzata come «la grande manifestazione contro il sindacato», ma si è rivelata una volgare irruzione nella sede di Corso Vittorio Emanuele II.
“Firmo, dunque, a prescindere dalle riserve, esprimendo piena e convinta solidarietà all’istituzione Fnsi”, ha detto Camillo Galba.
Certo la decisione di Galba non è certamente legata al singolo episodio, ma – come lui stesso ha spiegato – è maturata dalla presa d’atto dei positivi avanzamenti e dalle opportunità di lavoro che offre il contratto, nonostante le riserve che permangono su quanto si sarebbe potuto di meglio fare. Concetto, quest’ultimo, più volte ribadito da Franco Siddi e da tutta la Segreteria Fnsi che ha ricordato che, soprattutto sul lavoro autonomo, “tra 1 e 10 siamo a 5 e domani si potrà, dunque, ripartire da 5. Ma finora eravamo a zero”. E quanto all’apprendistato professionalizzante si ignora il valore di una conquista che, per legge, impone il praticantato giornalistico con contratto, ovvero regolarmente retribuito, riportando i giovani nelle redazioni.
Quanto alle strumentalizzazioni che i soliti noti tentano di cavalcare, questa volta gli speculatori rimarranno vittime delle stesse tecnologie che, spesso, utilizzano per manipolare l’informazione montando casi inesistenti. A fronte dei video messi in rete ad arte, con campi stretti per non far vedere che alla “grandiosa manifestazione” in realtà hanno partecipato una cinquantina di persone compresi consiglieri nazionali dell’Ordine (a Roma per il concomitante Consiglio nazionale), i contrattualizzati garantiti e gli infiltrati di ben identificate forze politiche, ma soprattutto per chiarire chi ha aggredito chi. La Fnsi, come avviene in occasione di tutte le riunioni e le conferenze stampa che si svolgono nella sala Walter Tobagi, ha integralmente registrato quanto avvenuto ieri mattina. A cominciare dall’assoluta disponibilità della Fnsi al civile confronto e non certo all’aggressione, gratuita e volgare, di chi ha fatto irruzione nella sede del sindacato dei giornalisti soltanto per urlare, provocare, aggredire e tentare falsamente di denunciare di essere aggredito. I fatti – anche questa volta – smentiscono gli impostori di turno.
Del resto, quanti tra i manifestanti hanno accettato il civile confronto, alla fine si sono ricreduti riconoscendo la bontà dell’accordo sul lavoro autonomo ed hanno chiesto alla Fnsi di essere assistititi nelle loro vertenze.
Il componente di Giunta Fnsi sdegnato dall’aggressione e convinto degli avanzamenti