ROMA – «Dobbiamo prepararci per la prossima battaglia!». A sentirgliele pronunciare, queste parole, viene da sorridere. Ma lui non scherza affatto: mentre soffia sulle candeline che, per ragioni di spazio su una torta colorata e frizzante, non arrivano a quota 92 – tante sono le primavere festeggiate e pure alla grande –, Gino Falleri è pronto alla nuova sfida che attende la categoria. Quella dei giornalisti, che per il vicepresidente dell’Ordine del Lazio, nonché presidente nazionale del Gus, il Gruppo Uffici Stampa, e consigliere nazionale della Fnsi, ha rappresentato e rappresenta la seconda famiglia. A volte la prima, se si pensa che l’intrepido ragazzo over 90 ha trascorso “più tempo tra i colleghi che a casa”.
Iscritto nell’elenco pubblicisti dell’Ordine dei giornalisti del Lazio dal 1957, il marchigiano – lo sottolinea ancora oggi con ironia ed orgoglio – trapiantato a Roma, dove ha cavalcato l’onda di una brillante carriera, non si è mai fermato. Nè mai lo farà – c’è da scommetterci – finché avrà energia per pianificare con i suoi “soldati” le strategie vincenti che lo hanno portato ai vertici della categoria, ripagandolo della fatica spesa a difendere i pubblicisti e la loro dignità professionale.
D’altronde, a 91 anni compiuti, l’8 luglio dell’anno scorso, Gino Falleri è stato l’unico giornalista eletto al primo turno alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del Lazio e del Consiglio nazionale dell’Ordine.
E, sempre all’anno scorso, risale il libro “Giornalisti, doveri e regole”, edito dal Centro di documentazione giornalistica, che l’inossidabile Gino ha scritto per spiegarci la professione, tra “molte ombre e fioche luci”.
Ad maiora, grande Gino! Sei il nostro generale. (giornalistitalia.it)
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