WASHINGTON (Usa) – Una giovane giornalista del New York Times è salita alla ribalta per una serie di scoop messi a segno durante “relazioni pericolose” con un alto funzionario della commissione intelligence del Senato, James A. Wolfe, 57 anni, arrestato nei giorni scorsi per aver mentito all’Fbi su alcune fughe di notizie.
Ora il prestigioso quotidiano sta passando al setaccio la breve, ma brillante carriera di Ali Watkins, 26 anni, assunta lo scorso dicembre ed ora diplomaticamente “in vacanza”.
Una vicenda che evoca quella di un personaggio di House of Cards, da cui la reporter era stata affascinata quando nel 2013 era arrivata a Washington per studiare giornalismo: Zoe Barnes, la cronista ambiziosa ma anche ingenua uccisa da Frank Underwood, il deputato democratico che diventa presidente degli Stati Uniti dopo una serie di intrighi e con cui aveva iniziato una relazione per ottenere informazioni riservate.
“In una scala etica da 1 a 10, come vi sentireste ad essere Zoe Barnes nella realtà in cambio di idee per articoli?”, aveva twittato Ali aggiungendo per sdrammatizzare l’hashtag #Totalkidding (è uno scherzo totale, ndr).
La giovane si era fatta notare coprendo la commissione intelligence del Senato per Politico, BuzzFeed News, The
Huffington Post e McClatchy Company, dove aveva iniziato come stagista cinque anni fa. Proprio una serie di articoli investigativi per McClatchy le aveva fatto sfiorare il premio Pulitzer. Fu lei nell’aprile 2017 a rivelare su Buzzfeed che Carter Page, ex consigliere della campagna di Trump, aveva incontrato una spia russa nel 2013.
Ali, che ha rivelato la sua relazione al Nyt solo dopo l’assunzione, ha sostenuto che Wolfe non le ha fornito informazioni nel corso del loro rapporto, terminato lo scorso anno.
Wolfe, ex direttore della sicurezza della commissione intelligence del Senato che ha seguito tutte le fasi più delicate del Russiagate, ha sostenuto la stessa tesi dopo aver negato inizialmente l’affaire. Ma in seguito al sequestro di file e email del suoi computer è stato arrestato per aver mentito all’Fbi. “Un importante leader”, lo ha definito Donald Trump dopo la svolta dell’inchiesta del ministero della giustizia, la prima della sua amministrazione contro una “talpa”. Anche le email e le telefonate della reporter sono state sequestrate dagli investigatori, sollevando la protesta dei difensori della libertà di stampa.
La vicenda rosa si è tinta pure di giallo dopo che lo scorso giugno un uomo contattò la reporter offrendosi come fonte di notizie, ma in un successivo incontro le disse di essere a conoscenza della sua relazione con Wolfe e le chiese se voleva aiutarlo a scoprire talpe governative e i giornalisti che lavorano con loro. Un uomo che il Washington Post ha identificato come Jeffrey A. Rambo, un agente della polizia di frontiera che non ha nessuna competenza in materia e su cui la medesima polizia sta compiendo accertamenti. (ansa)