SAN PROCOPIO (Reggio Calabria) – Eduardo Lamberti Castronuovo, 68 anni, giornalista pubblicista, ex assessore alla legalità della Provincia di Reggio Calabria, fondatore ed editore dell’emittente televisiva Reggio TV, è stato bocciato dai cittadini di San Procopio che non lo hanno confermato sindaco del piccolo comune preaspromontano. Eletto sindaco il 28 ottobre 2012 con il 91,63% dei voti, ieri si è visto, infatti, dimezzare il consenso non riuscendo ad andare oltre il 47,69% (124 voti) contro il 52,30% (136 voti) che ha incoronato Giovanni Domenico Giunta nuovo sindaco di San Procopio. Pertanto, la nuova maggioranza espressa dalla lista civica “Al paese per il paese” potrà disporre di 7 consiglieri contro i 3 della lista civica “Identità legalità lavoro” dell’uscente Lamberti Castronuovo. Sempre scarsa, comunque, l’affluenza alle urne passata dal 34,98% del 2012 al 35,42% della tornata di ieri.
In virtù dell’art. 31 comma 5 dello Statuto, Eduardo Lamberti Castronuovo decade anche da consigliere della Città Metropolitana.
Ex assessore alla legalità della Provincia di Reggio Calabria, Eduardo Lamberti Castronuovo ha fondato l’emittente televisiva Reggio TV edita dalla società Alfa Gì Produzioni Editoriali Integrate srl che, il 28 luglio dello scorso anno, è stata condannata dalla Corte di Cassazione per l’illegittimo licenziamento del tecnico Pasquale Malara e, sempre nello stesso periodo, ha licenziato 16 dipendenti su 19 contro i quali sono tuttora pendenti i ricorsi dei giornalisti Mario Meliadò e Fausto Pedullà.
Eduardo Lamberti Castronuovo era stato, inoltre, al centro di una lunga polemica sul presunto inchino della statua del santo patrono davanti alla casa del boss Nicola Alvaro. Notizia pubblicata dal giornalista Michele Inserra sul Quotidiano del Sud e oggetto di indagine della Procura di Reggio Calabria, per la quale il Gip ha disposto l’archiviazione del procedimento che vedeva indagato Eduardo Lamberti Castronuovo per il reato di “calunnia aggravata dalla finalità mafiosa”.
Nel decreto la Procura di Reggio Calabria aveva, tra l’altro, riferito che «le indagini delegate alla Squadra Mobile di Reggio Calabria, ai Carabinieri della Compagnia di Palmi e delle Stazioni di San Procopio e Reggio Calabria, consentivano di accertare la veridicità della notizia narrata dall’Inserra poiché la Polizia Giudiziaria, già con nota del 10 luglio 2014, e quindi prima della pubblicazione dell’articolo, riferiva che dall’esame delle videoriprese effettuate da una telecamera precedentemente posizionata innanzi all’abitazione di Alvaro Nicola – capo indiscusso dell’omonima cosca di ’ndrangheta, dove viveva solo la moglie, Violi Grazia, fino al 17 luglio 2014, quando vi veniva collocato anche l’anziano boss in regime di detenzione domiciliare – si poteva scorgere chiaramente la statua del Santo Patrono fermarsi per venti secondi esatti proprio in prossimità dell’abitazione monitorata e la suddetta Violi Grazia avvicinarsi per renderle omaggio. Dall’esame diretto del video – sottolineava la Procura di Reggio Calabria – si scorgeva la donna nell’atto di avvicinarsi ai bimbi che portavano la sacca nella quale vengono riposte le offerte, od oboli che dir si voglia, e successivamente avvicinarsi alla statua del Santo Patrono per baciarla». (giornalistitalia.it)
I cittadini di San Procopio chiudono il capitolo con l’ex editore di Reggio TV