Dopo la messinscena dell’omicidio Babchenko, la presunta lista nera di Mosca

Ucraina: la bufala dei 47 giornalisti nel mirino

Arkady Babchenko riapparso in tv all’indomani dell’annuncio del suo omicidio

KIEV (Ucraina) – La presunta lista dei 47 giornalisti e attivisti politici ucraini che sarebbero nel mirino di Mosca e che sarebbe stata scoperta dai servizi di sicurezza ucraini nel corso dell’operazione Babchenko, è stata pubblicata dal sito dell’opposizione Strana.ua oggi, meno di una settimana dopo la messa in scena dell’assassinio del giornalista russo in esilio in un’operazione organizzata dall’Abu.
I servizi ucraini e il procuratore generale Yuri Lutsenko hanno confermato solo l’esistenza di tale lista, ma non il documento pubblicato. Dopo che Lutsenko in un primo momento aveva parlato di una lista di 30 nomi, per poi correggerla a 47, il giornalista Dmytro Gnap, in forza all’unità investigativa dell’emittente Hromadske e nella lista pubblicata, denuncia “il moltiplicarsi della lista sotto i miei occhi”.
Lo stesso scetticismo è stato espresso da altri, che sottolineano come molti dei nomi inseriti siano personalità spesso critiche nei confronti del governo ucraino. L’Sbu ha indicato come organizzatore dell’assassinio di Babchenko, Boris Herman, ex direttore di una impresa legata alla difesa, produttrice dei mirini dei fucili di precisione in dotazione alle forze ucraine, e come killer Oleksiy Tsimbalyuk, ex volontario al fianco delle forze di Kiev nel Donbass, esponente dell’estrema destra anti russa ucraina, con entrambi che dichiarano di aver operato per i servizi ucraini.
Lo scorso maggio, Larysa Sarhan, portavoce di Lutsenko, aveva pubblicato sulla sua pagina Facebook una lista dei “traditori” ucraini, personalità accusate di aver criticato l’operato dei servizi nel caso Babchenko, lista che include la giornalista Miroslava Gongadze, a capo del servizio Ucraina di Voice of America e vedova del giornalista ucraino ucciso Heorhiy Gongadze, e il presidente dell’unione nazionale dei giornalisti ucraini, Sergiy Tomilenko. Contro questo intervento si è espresso l’ufficio per la libertà di stampa dell’Osce. (adnkronos)

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