Il fotoreporter torinese accusato di rapina contro 3 afghani, ma “non è lui l’aggressore”

Il giornalista Mauro Donato arrestato in Serbia

Mauro Donato

Mauro Donato

TORINO – «La notizia del fermo del fotoreporter torinese Mauro Donato, da sei giorni bloccato in Serbia con un’accusa già smentita da numerosi testimoni (aver aggredito tre profughi afghani per rapinarli, ndr), desta forte preoccupazione». È quanto affermano Associazione Stampa Subalpina e Federazione nazionale della Stampa italiana che chiedono alle istituzioni italiane – che stanno già seguendo la vicenda che vede protagonista, suo malgrado, il fotoreporter 41enne, attraverso l’ambasciata di Belgrado – di intensificare le pressioni sul governo serbo coinvolgendo anche le istituzioni europee affinché si possa giungere a una rapida e felice soluzione della vicenda.
«Conosciamo Mauro come un professionista serio, – sottolinea il sindacato dei giornalisti – impegnato da tempo a documentare la sofferenza della centinaia di migranti bloccati sulla “Balkan Route”, attendiamo con ansia la sua liberazione vicini in questo momento difficile alla sua famiglia».

COSA È ACCADUTO A MAURO DONATO

Mauro Donato, fermato venerdì scorso in Serbia, è accusato di rapina aggravata: rischia una condanna fino a quindici anni. L’episodio – riferisce La Stampa – è accaduto a Sid, villaggio in cui il reporter stava documentando con il collega Andrea Vignali il passaggio dei profughi verso l’Europa. Donato, che in passato ha collaborato anche con l’Ansa, da alcuni anni segue l’esodo dei rifugiati lungo la “Balkan route”, la strada percorsa ogni anno da migliaia di disperati in fuga da guerre ed emergenze umanitarie.
L’aggressione – scrive il quotidiano torinese – sarebbe avvenuta in un capannone abbandonato che da mesi ospita centinaia di irregolari. Una rapina per pochi spiccioli, trecento dinari, neanche tre euro. E due feriti, uno con sei coltellate all’addome.
La polizia ha, quindi, fermato il fotoreporter dopo un’indagine sommaria: due vittime hanno riconosciuto Donato nella fotografia della sua carta di identità, fotocopiata giorni prima durante un controllo alla frontiera. L’immagine sul documento, scattata otto anni fa, da tempo, però, non corrisponde all’attuale aspetto del reporter. A discolpa di Donato la testimonianza di Vignali e quella del terzo rapinato: «Non è lui la persona che ci ha aggredito».
La scarcerazione sembra, a questo punto, a portata di mano. E invece no: il tribunale decide di proseguire le indagini, Mauro Donato resta in carcere. (giornalistitalia.it)

I commenti sono chiusi.