MILANO – Gedi avrebbe potuto chiudere il bilancio 2017 con un utile di 19,1 milioni (rispetto ai 10,4 milioni del 2016), ma un onere fiscale straordinario (143,2 milioni), derivante dalla definizione di un contenzioso pendente in Cassazione, lo fa precipitare in un profondo rosso: 123,3 milioni di perdita netta. Il dato è emerso, oggi a Milano, in occasione del Consiglio di amministrazione di Gedi Gruppo Editoriale spa, presieduto da Marco De Benedetti, che ha approvato i risultati consolidati al 31 dicembre 2017 presentati dall’amministratore delegato Monica Mondardini.
I risultati del 2017 recepiscono, dunque, l’onere fiscale che si riferiva, secondo quanto ampiamente indicato al mercato nelle diverse Relazioni Finanziarie della Società, a contestazioni di natura antielusiva relative ai benefici fiscali derivanti dall’operazione di riorganizzazione societaria del Gruppo Editoriale L’Espresso realizzata nel 1991.
Il Cda di Gedi, pur ribadendo “la propria convinzione quanto alla legittimità civilistico-tributaria dell’operazione oggetto di censura da parte dell’Amministrazione Finanziaria”, il 29 settembre scorso aveva deliberato di avvalersi della facoltà prevista dall’art.11 del Dl n. 50/2017 convertito dalla legge n. 96/2017 di definire il contenzioso fiscale, oggetto della sentenza n. 64/9/2012 della Commissione Tributaria Regionale di Roma.
L’adesione comporta per la Società il pagamento di un importo pari a 175,3 milioni di euro, di cui 140,2 pagati nel 2017 ed i restanti 35,1 da versare entro il 30 giugno 2018. L’eventuale esito sfavorevole per la Società del contenzioso pendente in Cassazione avrebbe comportato un onere, sulla base delle valutazioni al 30 giugno 2017, pari a 388,6 milioni. La perdita netta derivante dalla definizione del contenzioso, nei termini sopra illustrati, è ammontata a 143,2 milioni e trova integrale copertura nelle riserve disponibili di patrimonio netto, senza intaccare il capitale sociale.
Nel considerare che la Società disponga dei requisiti e dei mezzi per rendere tale esborso finanziariamente ed economicamente sostenibile, il Consiglio di Amministrazione ha ritenuto che tale definizione rispondesse all’interesse sociale in ragione dei vantaggi derivanti dalla rimozione di un possibile rischio fiscale dalle potenziali conseguenze economico-finanziarie di medio/lungo termine rilevanti e certamente di assai maggiore gravità rispetto alla scelta deliberata.
Per effetto dell’acquisizione ed il controllo del Gruppo Itedi, entrato nel perimetro di consolidamento dal 30 giugno 2017, i ricavi consolidati sono aumentati dell’8,2% (633,7 milioni) mantenendosi sostanzialmente stabili a perimetro equivalente (-0,1%). In aumento (+0,8%) i ricavi diffusionali (201,7 milioni) rispetto a quelli dell’esercizio precedente e in flessione del 7,1% a pari perimetro, in un mercato dei quotidiani che continua a registrare un significativo calo del 8,8%.
Da ricordare che, nel corso del quarto trimestre del 2016, al fine di rientrare nei limiti di concentrazione previsti dalla legislazione vigente per il settore dei quotidiani, il Gruppo aveva proceduto al deconsolidamento di 5 testate locali, mediante la vendita di quattro di esse (Alto Adige, Il Trentino, Il Centro e La Città di Salerno) e la cessione in affitto della restante (La Nuova Sardegna). Il conto economico del 2016 comprendeva ancora un contributo significativo delle testate cedute verso la fine dell’esercizio.
Dopo la leggera ripresa del 2016, nel 2017 gli investimenti pubblicitari hanno mostrato una flessione del 2,1% rispetto all’esercizio precedente (dati Nielsen Media Research). Hanno registrato andamenti positivi solo la radio, che ha mostrato un incremento del 5,4% confermando il trend positivo in atto dal 2015, ed internet che, esclusi Search e Social, ha conseguito una raccolta in leggera crescita (+1,7%); la televisione ha registrato una flessione dell’1,6% e la stampa ha subito un calo del 7,1%, con i quotidiani al -7,7% (-9,0% la raccolta nazionale e -6,7% quella locale) ed i periodici al -6,2%.
Quanto alla diffusione dei quotidiani nel 2017, secondo i dati Ads (Accertamento Diffusione Stampa), è stata dunque registrata una flessione delle vendite in edicola ed in abbonamento dell’8,8%, dato sostanzialmente in linea con il precedente esercizio.
I ricavi pubblicitari sono cresciuti del 13,7% rispetto al 2016; la crescita a perimetro equivalente è stata del 5,7%, con una flessione del 3,3% sui mezzi del Gruppo ed un incremento significativo delle concessioni di terzi, grazie alle nuove concessioni di Radio Italia e delle testate La Stampa e il Secolo XIX (la cui raccolta di pubblicità nazionale è passata al Gruppo dall’inizio del 2017 e per il primo semestre dell’esercizio è stata classificata quale raccolta per terzi, posto che l’integrazione è avvenuta a metà anno).
Con riferimento ai mezzi del Gruppo, la raccolta su radio è cresciuta del 5,0%, confermando l’evoluzione positiva già riscontrata nel precedente esercizio. La raccolta su internet ha mostrato una crescita del 9,9% (+2,3% a perimetro equivalente), con un andamento migliore di quello del mercato.Infine, la raccolta su stampa ha registrato un aumento del 4,8% (-7,3% a perimetro equivalente, in linea con l’andamento generale della raccolta dei quotidiani).
I costi, esclusi gli opzionali e le concessioni di terzi, sono cresciuti dell’1,4% e sono scesi del 5,4% a perimetro equivalente; sono diminuiti in particolare i costi fissi industriali (-12,8%), grazie al proseguimento delle attività di riorganizzazione della struttura produttiva del Gruppo, i costi di logistica e distribuzione (-11,0%), per la razionalizzazione operata sui trasporti, i costi redazionali ed i costi di gestione e amministrazione (complessivamente -3,3%), grazie alle misure adottate per il contenimento del costo del lavoro e delle spese generali.
Il margine operativo lordo consolidato è stato pari a 53,2 milioni, importo significativamente maggiore rispetto al dato del 2016 (43,7 milioni), anche a perimetro equivalente (46,1 milioni). Il risultato operativo consolidato è stato pari a 28,7 milioni, in crescita rispetto al risultato del 2016 (22,4 milioni), anche a perimetro equivalente (22,5 milioni). Gli oneri fiscali sono ammontati a 150,5 milioni a causa del costo sostenuto per la definizione del contenzioso sopra illustrato, pari a 143,2 milioni.
Il risultato delle attività cessate e destinate alla dismissione include 8,2 milioni a titolo di corrispettivo differito per la cessione di All Music a Discovery, avvenuta a gennaio 2015. Il risultato netto consolidato, per effetto dell’onere fiscale sopra menzionato, è negativo per 123,3 milioni, a fronte di un utile di 10,4 milioni nel 2016. L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2017 ammonta a 115,1 milioni, dopo l’esborso fiscale di 140,2 milioni per la definizione del contenzioso. L’organico del Gruppo a fine 2017, inclusi i contratti a termine, è di 2.445 dipendenti, di cui 523 provenienti dal Gruppo Itedi. (giornalistitalia.it)
L’utile di 19,1 milioni spazzato dall’esborso di 175,3 milioni per non rischiarne 388,6
Il contenzioso col Fisco affossa il bilancio Gedi
Redazione
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