ROMA – 90 anni e non sentirli. Radio Rai oggi, oltre alle 90 candeline di rito, “spegnerà” più volte, nel corso della giornata e per alcuni secondi lo schermo di tutti i canali televisivi della Rai per fare rivivere, con la sua voce, il racconto di alcuni dei momenti più significativi della nostra vita e della nostra storia.
Dalla morte di Kennedy nel 1963, quando la Rai decise di interrompere le trasmissioni in segno di lutto, al discorso alla luna dell’anno prima del Papa buono, Giovanni XXIII.
Dalla strage di via D’Amelio, con il Gr1 che annuncia la barbara uccisione del giudice Paolo Borsellino e dei cinque agenti della sua scorta, alla Vita Spericolata di Vasco Rossi raccontata a Radio 2 negli anni 80. A Mike Bongiorno che annuncia la vittoria di Gigliola Cinquetti al Sanremo del 1964 con Non ho l’età. Per non dimenticare tutti i momenti del grande sport, come la conquista della medaglia d’oro di Pietro Mennea alle Olimpiadi di Mosca 1980. Ed è la prima volta, da quando esiste la televisione in Italia e in Europa, che la Radio per un giorno diventa protagonista, parlando a tutti con le sole immagini evocate dalla sua voce.
Il 6 ottobre, quindi, non è soltanto la data del compleanno della radio, ma è l’anniversario del più antico tra i mezzi di comunicazione di massa. Radio Rai da 90 anni in onda sonorizza la vita degli italiani, ed oggi per pochi secondi lo ricorderà “spegnendo” la tv.
La Rai celebra, dunque, il Novantesimo compleanno della Radio, che il 6 ottobre 1924 iniziò a trasmettere da Palazzo Corrodi, a Roma, prima sede della Uri – Unione Radiofonica Italiana.
Una targa commemorativa sarà scoperta sulla facciata di Palazzo Corrodi oggi, 6 ottobre 2014, alle ore 13 (via Maria Cristina, 5), alla presenza di Nicola Sinisi, direttore Radio Rai, e di Giovanna Marinelli, sssessore alla Cultura, Creatività e Promozione artistica di Roma Capitale.
Una semplice cerimonia per ricordare la scintilla iniziale della lunga storia della comunicazione di massa in Italia, proseguita attraverso l’evoluzione delle tecnologie e dei consumi fino al cuore dell’epoca digitale. Grande l’impegno di Radio1, Radio2 e Radio3. (Rai)
TORINO – Dalla registrazione del primo annuncio radiofonico, il 6 ottobre 1924 all’apparecchio per riprodurre l’inconfondibile “cinguettio” della radio, passando per antenne, apparati, “voci” d’epoca e altre sorprese, come la possibilità di registrare la propria voce su un microfono “Marconi” a granuli di carbone degli anni Venti e risentire la propria voce come se venisse da quel passato.
Per festeggiare i novant’anni della Radio, il Centro di produzione tv Rai di Torino apre al pubblico, gratuitamente, il proprio Museo della Radio e della Televisione di via Verdi 16 proprio nello stesso giorno del “compleanno”, oggi, lunedì 6 ottobre, dalle 16 alle 22.
Ad accogliere visitatori, appassionati e curiosi tutte le rarità esposte nel museo, ma anche le registrazioni di voci – patrimonio delle Teche Rai – che hanno segnato la storia del nostro Paese e del mezzo radiofonico: Guglielmo Marconi e Orson Welles, Grazia Deledda e Luigi Pirandello, Umberto Saba e Giuseppe Ungaretti, i discorsi di Mussolini e le trasmissioni di Radio Londra, il racconto dello sbarco in Normandia e le telecronache di Nicolò Carosio.
Il pubblico avrà, inoltre, la possibilità di “cimentarsi” nella lettura di un testo su un microfono “antico”, come quelli usati per le prime trasmissioni dell’Eiar, e di “ascoltarsi” come se la sua voce uscisse da un apparecchio degli anni Venti.
L’apertura straordinaria del Museo della Radio e della Televisione è resa possibile anche grazie alla collaborazione del Gruppo Piemonte e Valle d’Aosta dell’Associazione Italiana Radio d’Epoca. (Rai)