ROMA – Con la morte del fotoreporter Andy Rocchelli e di Andrei Mironov in Ucraina, salgono a 20 i giornalisti uccisi nel mondo dall’inizio dell’anno. Ma, spiega Reporter senza frontiere, la voce “giornalisti uccisi” nella tabella stilata dalla stessa Ong – che noi riportiamo – comprende soltanto i casi in cui Rsf ha potuto stabilire con certezza che la vittima è stata uccisa per la sua attività di giornalista. Non comprende, invece, i casi in cui le motivazioni non sono legate al lavoro della vittima, o meglio i casi in cui il collegamento tra l’attività giornalistica e l’uccisione non è stato ancora confermato.
Il Paese più pericoloso per i reporter resta la Siria, in cui si registra la morte violenta di 7 cronisti, seguita da Afghanistan, Ucraina e Brasile con 2 giornalisti uccisi da gennaio 2014: vale la pena ribadire che si tratta di dati che si riferiscono ai soli casi di omicidio accertato in riferimento all’attività giornalistica.