TORONTO (Canada) – La giornalista Lisa LaFlamme, popolare conduttrice di CTV National News, uno dei programmi serali più seguiti in Canada, in onda sul principale network privato del Paese, è stata licenziata per non aver più voluto tingersi i capelli conducendo il telegiornale con la sua chioma grigia.
A denunciare il caso, che ha suscitato un vespaio di polemiche in tutto il mondo, è stata la stessa giornalista in un video twittato il giorno di Ferragosto nel quale, «scioccata e rattristata», ha affermato: «A 58 anni pensavo che avrei avuto ancora molto tempo per raccontare storie che hanno un impatto sulla nostra vita quotidiana», Quindi, ha spiegato che la decisione di non ricorrere al colore l’aveva maturata durante la pandemia, quando, come la quasi totalità delle persone, aveva forzatamente dovuto rinunciare al parrucchiere: «Mi sono detta: perché preoccuparsi dell’età? Sto diventando grigia. Onestamente, se avessi saputo che poteva essere così liberatorio, l’avrei fatto molto prima».
La grave decisione dei vertici di CTV Television Network, ha suscitato rabbia e incredulità riproponendo il grave problema che le donne sono costrette ad affrontare quotidianamente sul lavoro.
Il Globe and Mail ha riferito che Michael Melling, dirigente senior di CTV News, ha fatto osservare che «se LaFlamme è andata per lungo tempo in onda qualcuno ha dovuto approvare la decisione». Quindi ha tentato di giustificarsi attribuendo l’interruzione del contratto con divergenze giornalistiche in vista della scadenza del contratto.
Incalzata dai giornalisti, la società editrice di CTV, Bell Media, ha affermato che la rimozione di LaFlamme «è stata una risposta al cambiamento delle abitudini degli spettatori», ma non ha voluto commentare le accuse secondo cui la rimozione è stata originata dal colore dei capelli.
LaFlamme ha lavorato per CTV News per 35 anni, spesso come inviata in zone di guerra o devastate da disastri naturali. Recentemente ha vinto il premio come miglior conduttore di notizie ai Canadian Screen Awards.
Unanime la solidarietà nei confronti della giornalista. L’ex premier Alberta Rachel Notley ha definito LaFlamme «una voce autorevole nei media canadesi», mentre l’ex ministro dell’ambiente Catherine McKenna non ha esitato a definire il licenziamento «una terribile caduta di stile».
Intanto, l’imponente azione di protesta nei confronti dell’azienda ha costretto CTV a correre ai ripari. «Sono una donna. Sono una donna. Sono qui da 25 anni. Pensi davvero che licenzierei una donna perché è una donna?», ha dichiarato la vicepresidente senior Karine Moses dopo le domande puntuali della produttrice esecutiva di LaFlamme, Rosa Hwang, sul motivo per cui è stata licenziata. L’azienda ha, quindi, fatto sapere di aver preso “molto sul serio” le accuse di discriminazione e di star valutando la possibilità di adottare misure per rivedere la decisione. Allo stesso tempo, CTV si è detta “rammaricata” del modo con LaFlamme ha gestito la sua uscita da CTV in quanto «potrebbe aver lasciato agli spettatori l’impressione sbagliata che la sua carriera di tre decenni non fosse apprezzata dalla società».
Tante le accuse di sessismo e di “doppio standard” che costringe le donne a soddisfare determinati canoni di immagine, ma consente agli uomini di mostrare la propria età e continuare a lavorare. (giornalistitalia.it)
Il caso Lisa LaFlamme fa discutere: inaccettabile il “doppio standard” sul lavoro